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ARTICOLI SULLA LINGUA E LA CULTURA INGLESE

  1. Alfabeto Fonetico Internazionale (AFI)
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  3. BBC, sito didattico
  4. Burocratese addio
  5. Car boot sales
  6. Corsi Comenius per insegnanti in Galles
  7. Corsi Comenius per insegnanti in Irlanda
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  9. Il colore dei soldi
  10. Descrivere il cibo
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  12. Il miglior amico di chi studia: il dizionario
  13. Inglese a suon di musica
  14. Inglese certificato, mezzo salvato
  15. Intercontinental, ovvero distribuire la stampa britannica in Italia
  16. Lavorare a Londra
  17. Inglese americano
  18. Storia della lingua inglese
  19. Macmillan English Dictionary
  20. Io l'inglese l'imparo così
  21. A murder mystery weekend
  22. Another brick in the wall
  23. Nella buona e nella cattiva sorte: come si sposano gli inglesi
  24. Quanto inglese c'è nel gioco del calcio?
  25. Repetita iuvant, i vantaggi della ripetizione in didattica
  26. Specchio delle mie brame, dimmi qual è la traduzione migliore del reame
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  28. Come ti ammansisco il TOEFL
  29. Tradurre al computer
  30. Trinity: certificare il parlato
  31. Tu vo' fa' il traduttore, il traduttore... ma sei nato in Italy!

 



 


 


Alfabeto Fonetico Internazionale
Articolo di Veronica Villa, pubblicato su English4Life n. 6   
 
WITH A VERY BIG THANK YOU FROM THE ENGLISH GRATIS TEAM!


Nonostante English4Life utilizzi un suo proprio sistema fonetico per insegnare la corretta pronuncia dell’inglese, la conoscenza dell’alfabeto fonetico internazionale è comunque indispensabile per poter utilizzare la maggior parte dei dizionari professionali. In questo articolo, Veronica Villa ci racconta come è fatto e come ci può essere utile.

L’importanza della fonetica 

Come sappiamo, la pronuncia è uno degli elementi fondamentali dello studio della lingua inglese. Gli aspetti sonori, cioè fonetici, non dovrebbero mai essere trascurati, anche se al principiante a volte possono sembrare secondari. In effetti sbagliare una pronuncia, sotto certi aspetti, è grave quanto sbagliare una regola di grammatica, non bisogna infatti dimenticare che confondere anche una sola vocale è sufficiente per rendere una intera frase incomprensibile per il nostro interlocutore.

Dal punto di vista strettamente fonetico, per pronunciare una parola noi emettiamo una serie di suoni (fonemi). Quando scriviamo usiamo invece le lettere, che abbiamo imparato, fin dalle scuole elementari, ad associare in modo convenzionale ai suoni. Ma ad una singola lettera del nostro alfabeto non corrisponde necessariamente un singolo suono. In italiano pensiamo per esempio alla parola “chiesa”, dove “ch” è pronunciato convenzionalmente con un solo suono, cioè come “c” in “cosa”. O in inglese pensiamo a “high”, dove “gh” non viene pronunciato affatto. Le lettere dell'alfabeto, unità minime della nostra scrittura, non corrispondono dunque ai fonemi, unità minime dei suoni della pronuncia. Il rapporto tra lettere e suoni è dunque altamente convenzionale, sviluppato all'interno di ogni lingua nel corso dei secoli e condizionato da innumerevoli cambiamenti storici (migrazioni), sociali (usi scritti) e più specificatamente linguistici (mutazioni).

L'inglese e l'italiano sono imparentati in modo piuttosto stretto, si può dire che siano lingue “cugine”: entrambe sono lingue indoeuropee, ma l'inglese è una lingua derivata dal ceppo germanico, mentre l'italiano è derivato dal latino. L'alfabeto che utilizzano è sostanzialmente lo stesso (tranne per le lettere in più dell'inglese), ma le convenzioni che legano lettere e fonemi sono radicalmente diverse. Noi abbiamo comunemente l'impressione che l'italiano “si pronunci come si scrive” (cioè che le lettere e i suoni corrispondano) e siamo tentati di pensare che invece in inglese ci sia una totale incoerenza tra scrittura e pronuncia. In effetti in inglese le regole che legano lettere e fonemi sono molto complesse, al punto che non si è mai sicuri di come si pronuncia una parola finché non la si sente. Questo accade perché l'inglese ha subito varie mutazioni in seguito alle migrazioni dei popoli germanici, durante le varie vicissitudini di Angli e Sassoni nelle terre isolate che prima erano celtiche, e, in seguito, al contatto con il francese.

Ma in realtà anche un inglese ha l'impressione che l'italiano non si pronunci come si scrive! Tutto dipende dalle convenzioni che legano la scrittura e la pronuncia, che tutti noi impariamo da bambini. Ognuno di noi tende a pensare che la propria lingua madre “si legga come si scrive”, si tende cioè a valutare le altre lingue con il proprio metro. Ma quando si inizia lo studio di una lingua straniera è necessario apprendere le sue regole fonetiche specifiche, senza “pregiudizi” linguistici. Se queste regole sono abbastanza simili a quelle dell'italiano (come accade per esempio con il tedesco) non ci sarà bisogno di un grande sforzo, ma se sono molto diverse (come in inglese) bisognerà applicarsi maggiormente. 

Perché nasce l’alfabeto fonetico internazionale

Ogni lingua indoeuropea ha sviluppato il suo modo peculiare di pronunciare le lettere di un alfabeto complessivamente comune. È quindi nata la necessità, in particolare tra i linguisti che studiano scientificamente questi aspetti, di creare un “alfabeto dei fonemi”, dove ogni segno rappresenti effettivamente un unico suono. Questo alfabeto può essere applicato a qualunque lingua allo scopo di  scrivere, in modo assolutamente inequivocabile, le parole nel modo in cui sono pronunciate. L'alfabeto fonetico internazionale (IPA-API) viene largamente utilizzato nei dizionari, infatti accanto ad ogni lemma è di solito riportata la trascrizione corrispondente. Questo è utilissimo, a patto che si conosca l'alfabeto stesso, che ad un principiante appare come un esoterico elenco di misteriosi simboli. Per esempio troveremo che la familiare parola “that” diventa in alfabeto fonetico “ðæt”. La legenda fornita dal dizionario potrebbe essere scoraggiante o insufficiente a chiarire i dubbi del principiante, quindi è indubbiamente preferibile apprendere alcuni simboli.


L'ALFABETO FONETICO INTERNAZIONALE E LA NOSTRA PRONUNCIA GUIDATA

di Roberto Casiraghi

Perché English4Life ha scelto di utilizzare un proprio sistema di Pronuncia Guidata anziché usare l’AFI? Non è stato un capriccio: i motivi sono sostanzialmente 5.

1. L’alfabeto fonetico internazionale è nato solo per rispondere alle limitate esigenze dei produttori di dizionari tanto è vero che non prevede né la distinzione fra lettere minuscole e lettere maiuscole né segni di interpunzione (punti, virgole, ecc.). Un testo normale traslitterato in AFI ha un aspetto non naturale, per la mancanza dei segni di interpunzione, e complica la vita allo studente in quanto non gli permette di identificare subito in un testo i nomi propri geografici e di persona, cosa che si realizza abitualmente tramite le iniziali maiuscole.

2. L’alfabeto fonetico internazionale è un font particolare che non fa parte della dotazione standard di un computer. Risulta dunque difficile scrivere testi in AFI per pubblicarli su Internet, inviarli via email o stamparli su carta, visto che raramente gli utenti finali, i siti Internet o gli stampatori dispongono di questi font.

3. Scrivere testi lunghi come quelli da noi normalmente pubblicati su English4Life è complicato anche perché la disposizione dei simboli AFI sulla tastiera di un normale computer non corrisponde affatto alle lettere già riportate sulla tastiera stessa. Il processo di scrittura di un testo lungo si rivela dunque oltremodo lento e stressante o, altrimenti, bisogna ricorrere a tastiere speciali.

4. Non esiste un software per computer che gestisca la trasformazione automatica di un testo inglese nel corrispondente scritto in AFI.

5. I testi scritti in alfabeto fonetico internazionale risultano più ostici rispetto alla Pronuncia Guidata a causa di un numero abbastanza elevato di simboli speciali. Dato che la nostra intenzione era, ed è, quella di rivolgerci ad un pubblico il più possibile vasto, l’uso dell’alfabeto fonetico internazionale avrebbe costituito per molti lettori un deterrente fortissimo ad accostarsi alle problematiche della pronuncia che, per vari motivi, sono già in coda alla scala delle priorità da parte di chi vuole imparare l’inglese.





 

 


 

 
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