Articolo di
Lia Leonardi,
pubblicato su English4Life n. 2
♥ WITH
A VERY BIG THANK
YOU FROM
THE ENGLISH GRATIS TEAM!
In questa rubrica lasciamo spazio a chi ha da
raccontarci delle esperienze significative per quanto riguarda il “suo”
inglese. Lia Leonardi, che opera da anni nel settore editoriale come
freelance, ci narra del suo magico incontro con la lingua inglese.
A 10-11 anni è difficile
credere che una bambina possa nutrire vere passioni
(da adulti sottostimiamo le
potenzialità emotive dei bambini). Io ne avevo una: le parole, le storie, la
lettura. Leggevo e fantasticavo fino a consumarmi gli occhi, seguendo gli
autori nei loro percorsi immaginari aggiungendo spesso del mio alle loro
fantasie fino ad annotare i libri con possibili diversi sviluppi delle
vicende da loro raccontate. Naturalmente, per quanto riguarda gli autori
stranieri, leggevo la loro traduzione, quindi un’interpretazione fornita da
qualcuno che costruiva un ponte fra i mondi degli autori e la mia mente.
“I like milk”, “Mi piace il
latte”. La mia prima, stupenda, insegnante d’inglese disegnò una serie di
fumetti sulla lavagna
per spiegarci alle medie questa strana costruzione e fu come se di colpo
quel ponte costruito dai traduttori mostrasse tutta la sua fragilità e
inconsistenza. Naturalmente allora non formulai il pensiero in questo modo,
però ricordo che pensai chiaramente – ma allora esiste un altro modo di
esprimere le cose, loro (gli inglesi) pensano diversamente da noi! E
cominciai a trasferire questa consapevolezza a tutto quello che proveniva
dal mondo anglosassone, come le canzoni e il cinema. Crescendo, mi resi
conto che questa differenza attraversava tutto un modo d’essere e di
comportarsi. Questa lingua che stavo scoprendo di giorno in giorno era in
realtà il codice d’accesso a un modo diverso di affrontare la vita e a un
certo punto realizzai che quest’altra prospettiva – più sincera e diretta e
allo stesso tempo più gentile, seppure più formale – trovava una rispondenza
nella mia personalità.
Cominciai a leggere gli autori
di lingua inglese solo in inglese. Poco importava che ci fossere un sacco di
parole che non capivo perché quelle che capivo mi mettevano in contatto con
l’autore in modo più diretto.
Inoltre scoprii che era molto
facile arricchire il vocabolario in questo modo, piuttosto che imparare a
memoria fredde e distanti liste di parole. Una storia che si svolge in un
panificio ripeteva per forza alcuni vocaboli molte volte in contesti diversi
e, alla fine, li ritrovavo spontaneamente archiviati nella mia mente in
seguito alla lettura di un romanzo che mi aveva dato piacere.
Avevo imboccato il sentiero
giusto. Da allora, musica, radio, cinema, televisione, videocassette,
audiolibri e da ultimo DVD e Internet sono una vera e propria miniera a mia
disposizione. Ogni
giorno è possibile imparare qualcosa di nuovo. Ogni giorno il ponte fra me e
la mia passione si arricchisce di un nuovo mattone. Per me, “another brick
in the wall” ha un significato diverso, molto diverso dal verso della
celebre canzone dei Pink Floyd.