Introduzione
L' inglese (English) è una lingua
indoeuropea appartenente al ramo occidentale delle lingue germaniche,
assieme all'olandese, all'alto e basso tedesco, al fiammingo e al
frisone. Conserva ancora un'evidente parentela col sassone
continentale (dialetto del basso tedesco)
L'inglese occupa una posizione del tutto particolare, non solo
rispetto alle lingue germaniche, ma anche all'interno del gruppo
linguistico indoeuropeo: ha talmente semplificato e alterato la
propria struttura da avvicinarsi ormai più a una lingua isolante
piuttosto che ad una lingua flessiva. Dal punto di vista del
vocabolario, inoltre, contiene più termini di origine non-germanica
(specialmente latina) che germanica, ed è verosimilmente la lingua più
aperta all'ingresso di nuovi termini da altre lingue.
Nel corso del XX secolo l'inglese è divenuto la
lingua franca per eccellenza, abbattendo la precedente supremazia del
francese che a sua volta aveva sostituito il latino a fini di
comunicazione diplomatica e scientifica. È oggi anche strumento per la
comunicazione fra etnie prive di connessioni culturali, scientifiche o
politiche.
Si calcola che i parlanti inglese come lingua
madre (English as a native language, ENL) siano circa 350
milioni, i parlanti di English as a second language (ESL), cioè
accanto alla lingua nazionale o nativa, circa 300 milioni, i parlanti
di English as a foreign language (EFL), cioè come una lingua
appresa a scuola ma non in uso nel proprio paese, circa 100 milioni.
Il numero di coloro che non usano l'inglese come lingua madre supera
dunque quello di coloro che lo parlano dalla nascita.
Distribuzione geografica
L'inglese è usato come lingua madre (più
o meno ufficialmente) nei seguenti paesi:
- in Europa:
- Isole del Canale (assieme
al francese)
- Galles (assieme al
gallese)
- Gibilterra (assieme allo
spagnolo)
- Inghilterra
- Irlanda del nord
- Repubblica d'Irlanda
(assieme al gaelico irlandese)
- Isola di Man
- Scozia (assieme al
gaelico scozzese)
- in Oceania e nel
Pacifico:
- Australia (assieme alle
aborigene e a lingue portate con l'immigrazione [cinese,
vietnamita, etc.])
- Nuova Zelanda (assieme al
maori)
- in
Africa:
-
Liberia (assieme a lingue del gruppo Niger-Congo)
-
Sudafrica (assieme all'afrikaans
e a
lingue Bantu e
Koisan)
- nelle
Americhe e nell'Atlantico:
-
Anguilla
-
Antigua e Barbuda
-
Ascensione
-
Bahamas
-
Barbados
-
Belize
-
Bermuda
-
Canada (17 milioni di
francofoni)
-
Dominica
-
Isole Falkland
-
Isole Vergini americane e britanniche
-
Giamaica
-
Grenada
-
Guyana
-
Montserrat
-
St. Christopher e Nevis
-
Sant'Elena
-
St. Lucia (assieme al
creolo)
-
St. Vincent e le Grenadines
-
Stati Uniti d'America (28 milioni con madre lingua diversa
dall'inglese - in questo paese non vi è una lingua ufficiale dello
Stato, il suo uso in atti formali è quindi meramente
consuetudinario)
-
Trinidad e Tobago
È impiegato come lingua ufficiale in:
Bangladesh,
Botswana,
Brunei,
Camerun,
Isole Cook,
Figi,
Filippine,
Gambia,
Ghana,
Hong Kong,
India,
Kenya,
Kiribati,
Lesotho,
Malawi,
Malaysia,
Malta,
Mauritius,
Namibia,
Nauru,
Nigeria,
Pakistan,
Papua Nuova Guinea,
Puerto Rico,
Samoa Occidentali,
Seychelles,
Sierra Leone,
Singapore,
Isole Salomone,
Sri Lanka,
Tuvalu,
Swaziland,
Tanzania,
Uganda,
Vanuatu,
Zambia e
Zimbabwe.
Storia della lingua inglese
Nel suo lungo sviluppo l'inglese si è
notevolmente alterato. Convenzionalmente si divide l'evoluzione
diacronica della lingua in tre fasi:
- Inglese Antico (AI)
o Anglosassone (AS)
- Medio Inglese (MI)
- Inglese Moderno (IM)
Possiamo estrapolare delle date approssimative
tra le molte proposte, e dire che l'AI va dall'invasione della
Britannia ad opera di
Sassoni,
Juti e
Angli (V
secolo d.C.) fino all'invasione
normanna.
Il MI si può far terminare intorno all'inizio
del
XVI secolo.
L'IM copre un periodo di tempo molto lungo, che
va da
Shakespeare ai nostri giorni.
Benché la lingua si sia evoluta in questi secoli
(noi non leggiamo al giorno d'oggi le opere di Shakespeare seguendo la
pronuncia dei suoi contemporanei), la sua struttura è rimasta
sostanzialmente immutata.
ANTICO INGLESE (ANGLOSASSONE)
Storia esterna
Secondo il resoconto del
Venerabile Beda, le stirpi germaniche degli
Angli, dei
Sassoni e degli
Juti, partite dallo
Jutland e dalla
Germania settentrionale, si insediarono in quella regione della
Britannia che è oggi l'Inghilterra
nel
499 d.C.
Gli Juti si stabilirono nel Cantium (Kent),
gli Angli nell'East
Anglia, nelle
Midlands e in
Northumbria, i Sassoni nell'Essex,
nel
Middlesex e nel
Wessex - cioè rispettivamente regno dei Sassoni orientali, di
mezzo ed occidentali.
Sotto la spinta dei nuovi venuti i
Celti in parte si assimilarono, in parte si spostarono a ovest
(North Walas, West Walas o Galles, Sûth Walas o Cornovaglia).
Fonetica
Il sistema vocalico dell'AI consta di
sette vocali, che possono essere brevi o lunghe:
- a (aperta se breve,
chiusa se lunga)
- æ ([æ] o [æ:])
- e (/ε/ se breve,
/e:/ se lunga)
- i
- o (aperta se breve,
chiusa se lunga)
- u ([υ] o [u:])
- y (come la ü
del
tedesco)
La lunghezza delle vocali non veniva indicata
graficamente.
A partire dal
X secolo le atone brevi a, e, o e u
tendono a confluire nel suono indistinto schwa [ə] così
frequente nell'inglese moderno.
I dittonghi sono:
- ea ([æa] e [æ:a])
- eo ([εo] e [ε:o])
- ie ([iε] e [i:ε])
Tra le consonanti:
- c rende i suoni [k]
(cynn, stirpe) e [t∫] (c di cena) (spræc
[spræt∫], discorso).
- g può indicare i
suoni [j] (gêar, anno) o [γ] (gh) (dagas, giorni).
- h rende i suoni [h],
[x] (fricativa sorda velare) o [ç] (ted. ich).
- ð e þ possono
rendere indifferentemente i suoni [ð] o [θ], esattamente come th
nell'inglese moderno.
- sc si legge [∫] (sc
di scena) (wascan ['wa∫an], lavare).
Sostantivi
L'AI, a differenza dell'IM, possiede una ricca
flessione, sia nominale che verbale. I generi sono tre,
maschile,
femminile e
neutro.
Come in
tedesco, il nome nell'AI presenta quattro casi:
nominativo,
genitivo,
dativo,
accusativo. Le classi di declinazione più frequenti sono tre:
- Nomi maschili e neutri in
-a-. Questa classe corrisponde ai nomi indoeuropei in -o-s,
germ. -a-z, lat. -u-s)
- Nomi femminili in -o-
(corrispondenti all'IE -a-, germ -u, lat. -a)
- Nomi maschili, femminili e
neutri in nasale (ted. Name, Friede).
Altre declinazioni meno frequenti sono la
atematica, quella in -r-, quella dei neutri con plur. in -ru.
Declinazione in -a-, "stân", masch.,
"pietra" |
|
sing. |
plur. |
nom |
stân |
stân-as |
gen |
stân-es |
stân-a |
dat |
stân-e |
stân-um |
acc |
stân |
stân-as |
Declinazione in -a-, "land", neutro,
"terra" |
|
|
|
sing. |
plur. |
nom |
land |
land |
gen |
land-es |
land-a |
dat |
land-e |
land-um |
acc |
land |
land |
Declinazione in -o-, "cearu", femm.,
"dolore" |
|
|
|
sing. |
plur. |
nom |
cear-u |
cear-a |
gen |
cear-e |
cear-a |
dat |
cear-e |
cear-um |
acc |
cear-e |
cear-a |
I sostantivi atematici, masch. e femm., cambiano
al plurale la vocale tematica in conseguenza di un antico umlaut:
fôt, masch. "piede", plur. fêt.
Gli aggettivi
Gli aggettivi, secondo una caratteristica delle
lingue germaniche, seguono una declinazione forte, con le
desinenze dei pronomi, e una debole, con le desinenze dei
sostantivi in nasale. Un aggettivo segue la declinazione debole quando
è preceduto da un articolo, un dimostrativo o un possessivo, la forte
negli altri casi.
Pronomi personali
Prima persona |
|
sing. |
duale |
plur. |
nom |
ic |
wit |
wê |
gen |
mîn |
uncer |
ûre |
dat |
mê |
unc |
ûs |
acc |
mê |
unc |
ûs |
Seconda persona |
|
|
|
|
sing. |
duale |
plur. |
nom |
þû |
git |
gê |
gen |
þîn |
incer |
êower |
dat |
þê |
inc |
êow |
acc |
þê(c) |
inc(it) |
êow |
Terza persona sing. |
|
|
|
|
masch. |
femm. |
neutro |
nom |
hê |
hêo |
hit |
gen |
his |
hire |
his |
dat |
him |
hire |
him |
acc |
hine |
hî(e) |
hit |
Terza persona plur. |
|
|
|
|
tutti i generi |
|
|
nom |
hî(e) |
|
|
gen |
hira |
|
|
dat |
him |
|
|
acc |
hî |
|
|
L'articolo definito
L'aricolo definito si presenta nella forma sê
per il maschile, sêo per il femminile, ðæt per il
neutro. Quest'ultima forma sopravvive nell'IM the e that.
Verbi
Come in genere nelle lingue germaniche i verbi
si dividono in due categorie: forti e deboli. Nei forti
la vocale tematica muta passando dal presente al preterito al
participio passato e dal singolare al plurale. P.es. da singan
(cantare) si ha pret. sang, pret. plur. sungon, part.
pass. gesungen. I verbi deboli formano il preterito mediante le
desinenze -ede, -ode, -de, -te. Esistono
varie ipotesi sull'origine di questa desinenza in dentale tipicamente
germanica. Secondo alcuni autori deriverebbe dall'agglutinazione del
verbo germanico per "fare" (qualcosa del tipo "I did change", "I
change-did", "I changed"), secondo altri dalla particella tô,
"to".
I verbi forti, molto numerosi in AI, tenderanno, col passare dei
secoli, in gran parte a scomparire o a confluire nella più "regolare"
declinazione forte. Quelli che si sono mantenuti sono in effetti i
verbi di uso più frequente, quindi meno propensi a venir
"regolarizzati".
Un esempio di AI: il
Padre Nostro
Fæder ûre,
þû þe eart on heofonum,
sî þîn nama gehâlgod.
Tôbecume þîn rîce.
Gewurþe ðîn willa on eorðan swâ swâ on heofonum.
Ûrne gedæghwâmlîcan hlâf syle ûs tô dæg.
And forgyf ûs ûre gyltas, swâ swâ wê forgyfað ûrum
gyltendum.
And ne gelæd þû ûs on costnunge,
ac âlys ûs of yfele.
Sôþlîce.
MEDIO INGLESE
Storia esterna
Alla morte di
Edoardo il Confessore (1066)
si scatena la lotta per il trono d'Inghilterra tra
Aroldo, discendente designato dal re morente, e
Guglielmo Duca di
Normandia. Guglielmo sbaraglia le truppe di Aroldo a
Hastings e viene incoronato a
Westminster il giorno di
Natale del 1066.
Con l'insediamento di una nuova classe governativa ed ecclesiastica
normanna l'inglese regredisce dinanzi alla preponderanza del
franco-normanno. Gli stessi re passavano spesso più tempo nei loro
possedimenti francesi che sull'isola: le loro terre nel
XII secolo comprendevano l'Angiò,
il
Maine, la
Turenna, il
Poitou e l'Aquitania
oltre all'Inghilterra
e alla
Normandia.
Con
Giovanni Senzaterra pressoché tutti i possedimenti francesi vanno
perduti (tranne le
Isole del Canale, ultimo brandello del Ducato di Normandia). A
partire dalla
Guerra dei Cent'Anni i legami con la
Francia si affievoliscono. Il vecchio proverbio "Jack wold be a
gentilman if he cold speke Frensk" comincia a perdere molto del suo
significato. In Inghilterra si delinea un nuovo standard, basato sul
dialetto di
Londra e delle Home Counties.
Fatti di pronuncia
Nel passaggio dall'AI al MI hanno luogo i
seguenti mutamenti fonetici.
- /a/ lunga passa a /o/ lunga
aperta (stân > ston).
- [æ:] > [e:] (tæcan >
teche).
- [æ] resta immutata. Viene
resa con a.
- [y] > [i].
- [eз] > [ε].
- [æз] > [a].
- [e:з] > [e:].
- [æ:з] > [ε:]
- Alcune vocali si allungano:
climban > climbe ['kli:mbə], milde > milde
['mi:ldə], gatu > gate ['ga:tə].
- Cade la n finale,
tranne nell'infinito e nel part. pass. dei verbi forti.
- hl-, hn-, hr-
perdono la h (hnutu > nute).
- Cade la finale -ch (luflich
> lovely).
Perdita della flessione
Fatti di fonetica e di analogia, in parte già
attivi nel tardo AI, portarono alla quasi totale perdita della
flessione. Tutte le finali -m diventarono -n.
Contemporaneamente le vocali a, o, u, e in
sillaba atona tesero verso il suono indistinto (schwa) e vennero
generalmente scritte e (talvolta i).
La flessione dapprima si riduce a tre casi con la perdita
dell'accusativo (ston, stones, stone), ma già in
Sir Gawain And The Green Knight il dativo è scomparso (stan,
stanes).
Per il plurale si estende la desinenza -es - -en per
alcuni antichi sostantivi in nasale (oxen).
L'aggettivo si riduce a un singolare adesinenziale e a un plurale in
-e (blind, blinde). Presto cadde anche questa marca del
plurale (blind, blind)
Una delle conseguenze più rilevanti dei fatti fonetici descritti fu la
perdita pressoché totale del genere grammaticale.
AI stân, stânas, stâne, stân
MI ston, stones, ston(e)
AI stânas, stâna, stânum, stânas
MI stones
Inoltre, scompare il duale.
I pronomi
Con la perdita della flessione, i parlanti
dipesero in misura sempre maggiore dai pronomi per avere indicazioni
sul genere, sul caso e (quando gli aggettivi persero la desinenza
-e del plurale) anche sul numero. Tra i dimostrativi delle
forme AI sê, sêo e þæt solamente the e
that, originariamente forme neutre, sopravvissero nel MI. Un
plurale tho esisteva in età elisabettiana. Dei dimostrativi
þês, þêos e þis solo quest'ultimo sopravvisse in MI.
Tra i pronomi personali le perdite furono meno gravi poiché qui
c'era una maggior necessità di distinguere generi e casi. La prima
persona ha nom., gen., dat.-acc. I, min, me, plur. we,
our, us. La seconda þu (thou), þin,
þe, plur. ye, your, you. La terza masch. he, his,
him, femm. heo (sche), hir, hire (her),
neutro (h)it, his, (h)it. Il plur. he (þei), here
(þair), hem (þem).
Le nuove formazioni in sh- per il femm. e in th- per il
plurale sono di origine settentrionale e sono quelle che si
affermeranno.
Verbi
La caduta delle e e delle n finali
in quasi tutte le forme condurrà a una notevole semplificazione della
coniugazione verbale. Questo è il presente di drinken nei
dialetti meridionali: drinke, drinkest, drinketh, plur.
drinketh. Al preterito nel Nord c'è ormai solo una forma (drank)
per tutte le persone.
Pronomi interrogativi e relativi
Esistono due pronomi interrogativi:
who [hwo:] (masch. e femm.) e what [hwåt] (neutro).
Derivano direttamente dall'AI hwâ e hwæt. Il genitivo è
whos [hwo:s] per tutti i generi, il dativo-accusativo risp.
whom [hwom] e what [hwat].
Who ha anche funzione di pronome interrogativo indefinito (mod.
whoever). Le altre forme sono impiegate sia come pronomi
interrogativi che relativi. In funzione di pronome relativo si inizia
a fare ampio uso di what e di which, entrambi usati per
tutti i generi e numeri.
Gli avverbi
Con la perdita di -ch finale la desinenza
-lich diventa -ly e trova un vasto impiego come
indicatore della funzione avverbiale (deep, deeply).
Un esempio di MI, dalla "Ballad Of Our Lady"
di Dunbar
Hale, sterne superne! Hale in eterne,
In
Godis sicht to schyne!
Lucerne in derne [luce nelle tenebre], for to discerne,
Be glory and grace devyne;
Hodiern, modern, sempitern,
Angelicall regyne!
INGLESE MODERNO
L'introduzione della
stampa in
Inghilterra ad opera di
William Caxton nel
1476 contribuì alla fissazione dell'ortografia ma, poiché ebbe
luogo prima che si concludesse il Great Vowel Shift, determinò il
primo grande divario tra scrittura e pronuncia.
Dopo la nascita della
Chiesa d'Inghilterra nacque l'esigenza di una versione inglese
della
Bibbia. Nel
1611 fu data alle stampe l'Authorized Version. La
stampa, la
Riforma e l'affermazione del
ceto medio ("middle class") ebbero come conseguenza della
diffusione di quella che si andava affermando come lingua standard.
L'espansione
coloniale dell'Inghilterra diffuse la lingua in vasti territori
dell'America
del Nord, dell'Africa,
dell'Asia,
dell'Oceania.
L'indipendenza degli
Stati Uniti corrispose alla formazione di una varietà d'inglese,
diversa dallo standard britannico, che si sarebbe affermata a livello
mondiale nel
XX secolo.
Il grande spostamento vocalico (Great Vowel
Shift)
Il Great Vowel Shift (GVS) è la più importante
alterazione fonetica della storia della lingua inglese. Si può
affermare che esso portò l'inglese alla sua pronuncia attuale. Il GVS
non ebbe luogo nella stessa epoca nelle diverse regioni (in alcune,
particolarmente al Nord, è assente nelle parlate locali al giorno
d'oggi); si può comunque porre il suo inizio al
XV secolo e considerarlo compiuto alla fine del
XVI.
Il GVS riguarda le vocali lunghe:
- [i:] > [ai]--- side
[si:də] > [said]
- [e:] > [i:]--- deed
[de:d] > [di:d]
- [ε:] > [i:]--- heat
[hε:t] > [hi:t]
- [u:] >
[au]--- town [tu:n] > [taun]
- [o:] > [u:]--- roof
[ro:f] > [ru:f]
Altri fatti fonetici
Tra i dittonghi [iu] e [εu] confluiscono
in [ju:] (mute). [ju:] tende a semplificarsi in [u:] dopo l,
r, [t∫] e [dζ] (rude, chew, June pronunciati come rood,
choo, joon).
[au] passa a [ò:] (law).
Le spiranti allungano il suono di una a
che le preceda: mass [ma:s], bath [ba:θ], staff
[sta:f].
La r, peraltro destinata a scomparire
dopo vocale, impedisce il GVS introducendo uno schwa: door
[doз], clear [kliз].
Scompaiono i suoni [χ] e [ç]. Il gh che
li rappresentava perde ogni suono causando l'allungamento della vocale
precedente (bright, night) ([briçt] > [brait], [niçt] >
[nait]) oppure, specie in fine di parola, diventa [f] (cough).
[hw] diventa [w] (tranne che al Nord) ma si
mantiene la grafia wh.
[j] tende a fondersi con la consonante
precedente: ocean ['o:sjən] > ['o:∫ən], measure
['mεzjər] > ['mεζə], future ['fju:tjur] > ['fju:t∫ə], etc.
Uno dei fatti più importanti è la scomparsa
della r postvocalica. Questa è una caratteristica tipica del
Sud, assente ancor oggi dai Midlands verso nord e in
Scozia. È assente negli
Stati Uniti tranne nel
New England orientale e nel Sud.
Il sostantivo
Il plurale in -s si afferma decisamente.
Restano alcune forme con umlaut (foot, feet) e alcuni plurali
in nasale (oxen).
Gli aggettivi
Gli aggettivi sono ormai invariabili.
I verbi
Diminuiscono notevolmente i verbi forti (ormai
chiamati "irregolari"). All'interno di questa categoria scompare
spesso la distinzione tra preterito e participio passato (cling,
clung, clung).
Il congiuntivo si riduce fin quasi a scomparire. Nei rari casi in cui
è impiegato è indistinguibile dall'indicativo tranne nei casi in cui
ha una forma diversa (terza pers. sing. adesinenziale [he do], forma
be del verbo essere).
La desinenza della terza persona singolare
oscilla fra -(e)th (meridionale) e (e)s
(settentrionale). Sarà quest'ultima forma a prevalere.
La forma progressiva (to be ...ing)
diventa regolare.
La costruzione to be + participio passato
(I am come) diventa molto rara con l'affermazione di to have
in questa funzione.
INGLESE CONTEMPORANEO
Lo standard britannico
La pronuncia dell'inglese standard britannico è
caratterizzata come segue:
- È una pronuncia
non-rotica, cioè la r non è mai pronunciata dopo una
vocale a meno che non segua un'altra vocale (anche iniziale di una
parola successiva).
- La l è velarizzata
in fine di sillaba (mill [miŁ]), chiara in tutte le altre
posizioni.
- Non c'è distinzione tra
w e wh [w].
- La o lunga si
pronuncia come uno schwa seguito da /u/ [əu]
- La u breve (but)
ha un suono molto aperto, praticamente [a].
Varietà dialettali
La pronuncia dialettale settentrionale
(dallo Staffordshire, Leicestershire e Lincolnshire verso nord) è
caratterizzata dai seguenti fatti fonetici.
- GVS assente: cloud
si pronuncia [klu:d], house [hu:s], night [ni:t].
- Una vocale derivata da â
dell'AI si pronuncia [iə]: stone [stiən].
- [aη] dell'AI è conservato:
lang [laηg] = long [loη] dello standard.
- Il gruppo wh è
generalmente pronunciato [hw].
- La u breve si
pronuncia [υ]: butter ['bυtər], standard ['bata].
- Path, grass, laugh,
etc. si pronunciano [pæθ], [græs], [læf] anzichè [pa:θ] etc.
- La pronuncia è rotica
(r pronunciata in tutte le posizioni).
Nel Sud
- Il gruppo path, grass,
etc. si pronuncia [pa:θ], [gra:s], etc.
- h generalmente non è
pronunciata.
- I dialetti occidentali
(Dorset, Somerset, Devon) sono rotici e conservano la desinenza
-eth alla terza persona sing. dei verbi.
- Nei dialetti orientali
(Kent, Dorset) le fricative sorde in inizio di parola sono
sonorizzate: farm [va:m], sea [zi:].
- A Londra e nelle Home
Counties [ei] tende a diventare [ai] o [a:]: they [vai].
L'inglese d'Irlanda
L'Irlanda si può suddividere, dal punto di vista
linguistico in tre aree:
- La costa orientale, con
Dublino al centro, in cui l'inglese si è affermato già nel
XVII secolo. L'inglese parlato in questa regione, denominato
English Pale, conserva molti dei tratti portati nell'isola dai
coloni inglesi.
- Il Gaeltacht, la
frangia occidentale in cui il
gaelico è ancora nell'uso quotidiano.
- Tra le due si trova l'area
centrale, in cui l'inglese si è affermato tra il
XVII e il
XX secolo.
L'inglese parlato in Irlanda, specialmente il
Pale, ha subito poche variazioni a livello di pronuncia mantenendosi
per alcuni aspetti molto conservativo. Perfino al giorno d'oggi
l'influsso dello standard britannico non si fa sentire molto fuori di
Dublino.
A livello fonetico l'inglese d'Irlanda è
caratterizzato dai seguenti fenomeni:
- I dittonghi [ai] e [oi]
tendono a confondersi, e si realizzano, a seconda della regione,
come [зi] o [ai].
- I dittonghi [ei] e [əu] si
presentano come [e:] e [o:]: face [fe:s], load [lo:d].
- La [i:] derivata da [ε:] si
presenta come [e:]: meat [me:t].
- La r si pronuncia
sempre.
- La l è sempre
chiara, mai velarizzata.
- [θ] tende a diventare [t] e
[ð] [d]. Non si distinguono parole come thorn e torn,
then e den.
- [s] e [z] davanti a
consonante vengono spesso relizzate come "sh" [∫] e "zh" [ζ],
specialmente al sud. Fist si legge "fisht".
Nel lessico si riscontrano termini peculiari di
origine gaelica, per esempio slean, vanga.