Qualcuno si potrà stupire del fatto che dedichiamo
tanto spazio ad una lettera di un nostro lettore. Eppure il contenuto ci è
sembrato talmente “utile” da doverlo assolutamente pubblicare.
Salve, vi scrivo per inviarvi complimenti ed auguri per la vostra rivista.
Inoltre, pensando voi siate interessati all'opinione dei vostri lettori,
intendo mettervi a conoscenza delle mie opinioni.
Ho acquistato il primo numero di
English4Life incuriosito dalla pubblicità in prima pagina su
Repubblica.
La genuinità del vostro approccio ha
suscitato la mia simpatia e mi trovo d'accordo con quanto detto
nell'intervista a pag.16 del primo numero.
Mi ha molto divertito ed incuriosito
il fatto che le indicazioni per l'apprendimento che voi tracciate coincidano
in buona parte con quelle su cui io stesso, nel mio studio autoorganizzato
della lingua inglese, mi stavo già muovendo.
Vorrei dunque raccontarvi brevemente
il mio rapporto con la lingua inglese per dar conto degli strumenti che ho
trovato utili per l'apprendimento. Una parte di questi combaciano con le
risorse che offrite nella rivista, altri invece potrebbero rappresentare dei
suggerimenti e delle proposte.
Inoltre le esigenze per cui ancora
non ho trovato strumenti sufficienti, cui dedico un paragrafo a parte,
potrebbero esservi di ispirazione per sviluppare la rivista nei prossimi
numeri. Chissà.
Ho ora 28 anni. Nonostante il mio
inglese scolastico abbia sempre riportato ottimi voti, da quando ho
terminato il liceo, esperienze di viaggio all'estero e soprattutto in
Inghilterra mi hanno condotto ad accrescere ulteriormente la mia voglia
nonchè la necessità di andare oltre ciò che si impara a scuola.
Ciò significa acquisire almeno 3
cose:
1) un vocabolario più ricco e legato a situazioni della vita
quotidiana, che sappia distinguere tra linguaggio formale ed informale;
2) la conoscenza delle espressioni
del parlato in ordine a diversi tipi di relazioni interpersonali;
3) la sicurezza nella pronuncia.
Certo, un periodo consistente di
soggiorno in un paese di lingua inglese mi avrebbe aiutato molto ma non
potevo spostarmi per periodi troppo lunghi dalla mia città. L'apprendimento
della lingua continuava e continua a risultare molto divertente come
passatempo e comunque utile per eventuali spostamenti sia per lavoro che per
vacanza. Dopo aver lavorato per un po' in un pub irlandese a Roma ho ora
diversi amici ed amiche di lingua inglese e già soltanto chiacchierare con
loro, oltre ad essere affettivamente molto stimolante, è anche decisamente
istruttivo per entrambi.
Questo ha rappresentato per me una
sorta di circolo virtuoso: saperne di più mi spinge a volerne sapere di più.
Ho cercato allora di trovare
strumenti che fossero non solo utili ma anche piacevoli. Li elenco:
Film in lingua originali sottotitolati in inglese.
Al momento penso che l'alternativa più valida sia "The English Movie
Collection" della De Agostini che allega un libretto con tutti i dialoghi e
un glossario con le espressioni idiomatiche. La cosa importante è che, fatti
due conti, l'acquisto dei trentatre film della collana (per assurdo, non li
comprerò mai tutti) è più economico e vantaggioso dell'acquisto del DVD e
del noleggio di trenta DVD per pochi giorni ciascuno.
L'oroscopo in inglese.
Qui abbiamo un tipo di
letteratura breve e quotidiana con espressioni colorite che parlano di
sensazioni, di rapporti interpersonali e di possibili linee di condotta da
prendere. Leggendo l'oroscopo in realtà impariamo a parlare di noi, di come
ci sentiamo con gli altri, a dare consigli etc. Su internet ci sono
un'infinità di oroscopi in lingua inglese ma quello che consulto io e che
trovo molto utile è la sezione astrology di Yahoo all’indirizzo
astrology.yahoo.com
Le riviste femminili.
Me le passano le mie
amiche. Come dite a pag. 7 sono utilissime ma quella che io trovo
formidabile è Chat. Dategli un'occhiata, per voi potrebbe essere un
pozzo di idee! Spiegare l'utilità e il divertimento offerto da questa
rivista richiederebbe una lettera a parte, chiedetemi approfondimenti se
volete.
Chat col metodo Casiraghi-Jones sarebbe per me il massimo.
Fumetti. Io
sono un appassionato di fumetti ma devo dire che il fumetto inglese tipo
Beano è molto al di sotto dello standard italiano rivolto alla stessa
fascia di utenza. Quasi indigeribile, non fosse per il fatto che può essere
utile alla lingua. Eppure non condivido quanto dite a pag. 28, la scuola
inglese del fumetto è stata fondamentale per l'innovazione del fumetto di
fine millennio (vedi il volume "Nuvole britanniche. Tendenze del fumetto
inglese contemporaneo" di F. A. Amico, Ed. Granata). Lo sceneggiatore
vivente attualmente più osannato è l'inglese Alan Moore. Negli ultimi
tempi uno dei fumetti più influenti a livello di costume è stato l'inglese
Tank Girl di Hewlett e Martin. Forse il problema di reperibilità sta
nel fatto che in Inghilterra viene preferita la distribuzione non presso le
edicole ma presso le librerie specializzate. Quando a Londra entro nella
libreria Forbidden Planet, di fronte al British Museum, rimango
estasiato. Probabilmente un problema per voi sono le licenze, ma se cercate
fumetti utili questi forse possono essere trovati tra le strips tipo
Dilbert, Monty etc. che qui in Italia sono pubblicate da Linus.
Realistico e più appassionante di Girl Friday può essere Lost in Heaven,
pubblicato in Italia da Castelvecchi.
Riviste bilingue
tipo Colors o Label reperibili qui in Italia. Ora ne è uscita
un'altra che si chiama "Il Giaguaro" ma il prezzo è abbastanza proibitivo.
Se andiamo sulle riviste iperpatinate, come quelle di architettura, possiamo
trovare spessissimo testi bilingue. In questo settore una rivista molto
bella ed istruttiva è Lotus. Del tutto gratis invece è la rivista di
Alitalia.
Testi bilingue.
Molto simpatica, istruttiva, avvincente (ed economica, il che non guasta) è
la collana di fotografie con presentazione trilingue (inglese, italiano e
spagnolo) “The Hulton Getty Picture Collection. Decades of the 20th
Century”, Ed. Konemann. Prezzo a volume: 9900 lire. A Roma si trovano
facilissimamente.
Nella categoria testi bilingue
rientrano ovviamente i
testi di letteratura originali con traduzione a fronte.
Ho trovato utilissima la collana Paralleli degli Oscar Mondatori. Oltre alla
traduzione viene allegata al libro una cassetta che svela la pronuncia. In
particolare ho trovato vantaggioso l'ascolto di "Spoon River" di Edgar Lee
Masters. È veramente un piacere, prima di andare a dormire, ascoltare due o
tre storie e poi semmai controllare sul testo quello che non si è capito.
All'ascolto di ogni storia ho la sensazione di trovarmi al banco di un pub
con uno sconosciuto che, un po' alticcio, mi racconta la storia della sua
vita! È proprio questo che trovo importante: la casualità dell'incontro. Non
sappiamo ancora su cosa verterà il racconto, né sappiamo in precedenza i
termini che verranno usati, proprio come se vivendo fuori ci imbattessimo in
qualcuno.
La TV via satellite.
Non ne dispongo al
momento ma quando ho avuto la possibilità di fruirne l'ho trovata una
possibilità eccezionale. Ancor più se si dispone del Teletext e si va sulla
pagina per i non udenti. Si dispone così anche di sottotitoli in lingua
originale (purtroppo non sempre completamente coincidenti con il sonoro).
“Practical
English Usage” di
Swan.
Passiamo al capitolo "esigenze
insoddisfatte":
Un lessico situazionale in progress.
Le librerie sono piene di
phrasebooks. Molti pensano che questi siano gli strumenti poco onorevoli
di chi non sa spiccicare una parola in inglese e quindi necessita di frasi
fatte. Io trovo invece che questi manualetti di conversazione siano
piuttosto utili perché consentono di disporre di un lessico ad hoc per le
diverse situazioni che ci risparmia il fastidio di sfogliare l'ingombrante
dizionario bilingue. Possiamo andare direttamente alla sezione necessaria
del phrasebook e trovarvi la terminologia utile per la situazione specifica.
Non è male il manualetto edito dai Viaggi di Gulliver con pronuncia stile
Casiraghi-Jones (mentre la casa editrice Vallardi predilige la simbologia
IPA, inservibile).Tuttavia i manuali di conversazione che possiamo trovare
sono insufficienti. Le situazioni non sono tantissime e solitamente non si
distingue tra espressioni formali e informali. Non ci sono sezioni con frasi
idiomatiche. Forse un esempio eccellente potrebbe essere l'Italian
Phrasebook della Lonely Planet, che è rivolto però ad anglofoni. Ahimè,
però anche questo non basta ancora, ci vorrebbero più forme alternative.
Forse il sito di English4Life potrebbe essere utile ad approfondire
terminologie e frasi tipiche contestuali. L'utente potrebbe allora
scaricarsi dalla rete quello che gli interessa.
Phrasal Verbs.
Oh my God! Questi sono il
vero mistero per noi italiani. In questo caso in English4Life
troverei utili delle storielline per bambini, quasi delle filastrocche,
fumetti tipo Beano, che potrebbero illustrare tutte le casistiche di ciascun
verbo.
È vero che l'inglese può essere
utile per il lavoro ma il fascino della lingua inglese non si limita alla
sfera professionale. In tutti i corsi di lingua che ho visto in edicola c'è
la solita asfissiante epopea del novizio che entra in ufficio, incontra i
superiori, i colleghi etc. Ne esce un mondo grigio e squallido che per
fortuna non corrisponde del tutto alla realtà. I colleghi sono anche
persone, possono diventare anche amici. E, comunque sia, anche chi si
recasse al lavoro in Inghilterra avrebbe del tempo libero e sarebbe bene si
giovasse di quel minimo di strumenti per tenere delle conversazioni
piacevoli. Gli inglesi che conosco io sono persone creative, sensibili e
simpatiche. Le loro espressioni hanno molta verve ma sicuramente non sono di
immediata comprensione per chi conosca solo un inglese scolastico. Il mondo
lavorativo illustrato potrebbe essere pervaso di maggior vitalità
mostrando contesti dove rapporti professionali si mischiano a rapporti umani
e affettivi. In tv siamo pieni di questo tipo di narrazioni che oltre tutto
sembrano riscuotere molto successo.
Tutta questa attenzione alla
carriera sta facendo dimenticare che l'attrattiva della lingua inglese è
collegata in misura non indifferente alla produzione di immaginario che il
mondo anglosassone porta avanti da almeno quarant'anni. Il riferimento è
ovviamente a quella che viene definita pop culture. È emblematico a
questo proposito il successo su MTV di trasmissioni e interviste che
conservano la lingua originale pur con sottotitoli in inglese e il piacere
di ricercare nelle librerie o su Internet i testi delle canzoni preferite.
Una fonte meravigliosa di
espressioni del parlato sono le
riviste musicali
di cui la Gran Bretagna è piena. È
vero che quelle rivolte ad un pubblico di teenagers risultano irritanti per
la loro promozione di un consumismo sfrenato e non certo consapevole, ma non
sono tutte così. Cito ad esempio il New Musical Express.
Forse la mia prospettiva è distorta
dal fatto di abitare in una grande città ma a me sembra che inglesi,
irlandesi e americani in Italia non siano pochi. Imparare la lingua italiana
per loro non è facilissimo cosicché una fetta consistente di loro ripiega su
circuiti amicali “protetti” costituiti di soli madrelingua e in cui si gusta
una convivialità non italiana. Il lato brutto della vicenda è che anch’essi
sentono di sprecare l'occasione di conoscere un modo di vivere differente.
Lo scambio con gli italiani per loro non è facile dato che molti italiani,
in certe zone del nostro paese, parlano solo dialetto. L'unica alternativa è
dunque quella di imparare l'italiano. Ma un italiano che non sia solo quello
del libro di grammatica bensì un, per ora inesistente, Italian4Life.
Forse nella vostra rivista si potrebbero dedicare alcune pagine a questa
fetta di potenziali lettori. L'esercizio sarebbe utilissimo anche per gli
italiani che vedrebbero la traduzione delle frasi e delle espressioni della
loro quotidianità, quelle che escono fuori più spontaneamente: quelle che
veramente piacerebbe sapere dire e che colorano la comunicazione. Vi
ringrazio dell'attenzione e spero di non avervi annoiato. Mi piacerebbe
sapere cosa pensate di quanto ho detto. Ancora auguri e complimenti. A
presto!
LA NOSTRA RISPOSTA
Caro Piero, più che una lettera ci hai scritto
un vero e proprio articolo pieno di esperienze personali e di suggerimenti
preziosi che ci sentiamo di sottoscrivere pressoché interamente e che
certamente risulteranno utili anche a molti dei nostri lettori.
Per
quanto riguarda un Italian4Life inserito all’interno di
English4Life l’idea potrebbe anche andar bene se non fosse per la
necessità di dare le spiegazioni e la doppia traduzione direttamente in
inglese, cosa che non sarebbe molto gradita ai nostri lettori italiani.
Noi
vediamo invece due soluzioni separate: per noi italiani, introdurre sulla
rivista una sezione di traduzione di italiano parlato in lingua inglese
(magari a base di fumetti o fotoromanzi italiani!) e per gli inglesi che
vivono nel nostro paese un Italian4Life tutto per loro e che possa,
magari, essere venduto anche in Inghilterra e negli Stati Uniti.
L’ipotesi non ci dispiacerebbe!