Articolo di Federica Pellegrino,
pubblicato su English4Life n. 6
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La differenza più macroscopica tra l’Italia e
l’Inghilterra riguarda la religione: quella
di stato
inglese non è più la religione cattolica dal 1524, da quando cioè Enrico VIII
ruppe ogni
vincolo di dipendenza da Roma e, con l’Atto di Supremazia, fece del re
il capo
supremo della Chiesa d’Inghilterra. Ma c’è dell’altro: diverse le leggi, diversa
la tradizione,
diverso il folklore. Entriamo allora nel variegato mondo dei matrimoni
inglesi
e, con l’occasione, anche nel suo lessico.
Il matrimonio
anglicano
Per sposarsi
secondo il rito anglicano non è necessario essere stati battezzati, né
essere assidui praticanti delle funzioni religiose: basta essere cittadini
britannici e avere la residenza nel Regno Unito da almeno 15 giorni.
Soddisfatti questi requisiti, gli aspiranti sposi prendono contatto con il
parroco della propria parrocchia per organizzare la cerimonia e fare le
pubblicazioni [to call the
banns,
tu ko·ol dhë bænz].
Ed ecco già una prima curiosità. Mentre in Italia le pubblicazioni vengono
esposte in una bacheca in chiesa, in Inghilterra vengono lette ad alta voce
tre mesi prima del matrimonio, in tre domeniche consecutive durante il
principale servizio religioso. E, per i futuri sposi, essere presenti alla
lettura delle pubblicazioni è considerato di cattivo auspicio.
Si intuisce già da
questi preliminari che il matrimonio anglicano ha un cerimoniale rigido e
particolarmente suggestivo, dove ognuno gioca la propria parte nei modi e
nei tempi previsti dal copione.
I cerimonieri [ushers,
ashëz]
si presentano in chiesa 45 minuti prima della cerimonia e accolgono gli
invitati. Mezz’ora prima della cerimonia, invece, fa la sua comparsa lo
sposo [groom,
gruum],
accompagnato dal suo testimone [best man,
best mæn]
che, di regola, è anche il suo migliore amico. La tradizione vuole che
l’ultima a prendere posto a sedere, prima che la cerimonia inizi, sia la
madre della sposa. Come si sono seduti tutti, attacca l’organo.
E finalmente ecco
la sposa [bride,
braid].
Con il volto velato e scortata dal padre, precisamente alla sua destra,
procede verso lo sposo che la attende trepidante davanti all’altare. La
sposa è seguita dalle damigelle d’onore [bridesmaids,
braidzmeidz]
e dal paggio [page,
peij].
Spesso il corteo è preceduto da una bambina vestita da fata [fairy,
feëri],
chiamata flower
girl [flauë
gëël], che lascia dietro di sé un tappeto
di petali di fiori, mentre un bambino, chiamato
ring-bearer [riñ
beërë], porta gli
anelli su un piccolo cuscino.
Viene intonato il
primo inno religioso. Il pastore [clergyman,
klëëjimën]
annuncia ai presenti lo scopo della cerimonia e sollecita eventuali
oppositori alle nozze a «parlare ora o tacere per sempre» [speak
now or forever hold your peace,
spiik nau o·o fër'evë
hëuld yo·o piis].
Il padre della
sposa, allora, ‘consegna’ la fanciulla al pastore e questi pone la mano
destra di lei nella mano destra dello sposo. Segue la benedizione e lo
scambio degli anelli, lo scambio delle promesse nuziali [vows,
vauz]
– prima lui, poi lei – e a questo punto il pastore dichiara gli sposi marito
e moglie secondo la Legge di Dio.
Perché essi siano
tali anche secondo la
Common Law
[Komën Lo·o],
la legge civile, è necessaria la firma dei documenti matrimoniali, che
avviene subito dopo in sagrestia [vestry,
vestri]
e che, di fatto, conclude la cerimonia, tra un breve sermone e qualche altro
inno. La coppia lascia allora la chiesa, lei al braccio destro di lui,
abbagliata dai flash dei fotografi, seguita dagli invitati in processione e
accompagnata dalle note della marcia trionfale intonate dall’organo.
Il matrimonio
cattolico
La cerimonia
secondo il rito cattolico è abbastanza simile a quella anglicana. Le
differenze sono principalmente di carattere legale e si traducono in
ulteriori documenti da presentare. Innanzitutto, un matrimonio cattolico si
può celebrare solo se gli aspiranti sposi hanno ricevuto i sacramenti del
battesimo e della cresima.
Inoltre, poiché in
Inghilterra la religione cattolica non è religione di stato, i preti
cattolici non agiscono per conto dello stato e alle coppie che desiderano
sposarsi secondo il rito romano serve anche il benestare dell’ufficiale di
stato civile.
Il matrimonio
civile
Giocatevi questo
ambo al lotto: 5 e 16. Sono i numeri rappresentativi del matrimonio inglese.
Per sposarsi in Inghilterra bastano infatti 5 persone: un celebrante, gli
sposi e due testimoni. Inoltre, in tutto il Regno Unito, già a 16 anni è
possibile convolare a giuste nozze.
Chi non è
interessato al matrimonio religioso può optare per quello civile.
La cerimonia si
svolge davanti a un ufficiale di stato civile, non necessariamente in
municipio, perché la legge dà la possibilità di scegliere il posto che piace
di più e che può essere, per esempio, un castello, un club privato, un
albergo, perfino un fienile decorato come se fosse la grotta di Aladino,
purché si tratti di una struttura coperta, fissa al suolo e munita di
licenza civile. Non è possibile quindi sposarsi all’aperto o in strutture
rimovibili.
Una curiosità.
All’ufficiale di stato civile gli sposi devono presentare un documento di
identità, che indichi, oltre all’identità, anche lo
spelling corretto
del nome. Il documento privilegiato in questo senso è il certificato di
nascita (nel Regno Unito la carta di identità non esiste!), ma ne vengono
accettati anche degli altri, come il passaporto, le carte di credito o,
addirittura, il libretto degli assegni.
Un po’ di storia
È un’icona
rappresentativa dell’età medievale e moderna quella che vede i genitori
esercitare un rigido controllo sul matrimonio dei propri figli. Erano i
genitori, infatti, a decidere quale figlio sposare e con chi, a organizzare
il fidanzamento, la cerimonia e buona parte della vita degli sposini. E
poiché spesso questi erano poco più che bambini, continuavano a vivere con
le rispettive famiglie e si incontravano di tanto in tanto, alle funzioni
religiose, in qualche pranzo o durante le vacanze.
A partire dal
diciassettesimo secolo il controllo parentale sui matrimoni entrò in crisi.
In Inghilterra, infatti, si promulgò una legge che vietava il matrimonio tra
bambini che avessero meno di sette anni. Inoltre, i giovani presero coraggio
sottraendosi al volere dei genitori e organizzando fughe rocambolesche e
cerimonie private.
Nel diciottesimo
secolo lo stato intervenne a regolare questa intricata materia. L’Hardwicke
Act [Haadwik
Ækt] prescrisse che
tutti i matrimoni, esclusi quelli tra membri della famiglia reale, dovessero
essere preceduti dalle pubblicazioni, dovessero essere celebrati solo da
sacerdoti anglicani, in chiese anglicane e solo dalle 8 alle 12 del mattino.
Oggi permane l’obbligo delle pubblicazioni, sia per il matrimonio civile che
per quello religioso, mentre c’è estrema libertà nella scelta del tipo di
cerimonia, vista la pluralità di confessioni religiose ammesse nel Regno
Unito.
L’alternativa al
matrimonio
Si chiama
Commitment Ceremony
[Këm'itmënt
Serëmëni],
cerimonia di impegno, e coinvolge quelle coppie che, al di fuori del
matrimonio, desiderano comunque dichiarare pubblicamente il proprio impegno
reciproco per la vita.
Ogni cerimonia è
unica. È la coppia infatti a scegliere quali parole, quali letture e quali
testi ne costituiranno il corpo. Si tiene di fronte a un celebrante nelle
sedi dell’autorità locale o in altre sedi concordate, e può prevedere anche
lo scambio di anelli.
Le unioni gay:
matrimonio in vista?
La legge britannica
non riconosce il matrimonio tra gay. Tuttavia, nel Regno Unito esistono
diversi modi per formalizzare pubblicamente un’unione omosessuale. Per il
momento si tratta di cerimonie prive di carattere legale, ma le cose
potrebbero cambiare prima di quanto ci si aspetti.
L’argomento è di
quelli che rimbalzano sulle pagine dei giornali, tra le opinioni di
sostenitori e detrattori. E anche il mondo di celluloide a puntate –
soaps
[sëups=
soap
operas,
sëup oprëz] e
sitcoms [sitkomz=
situation
comedies,
s'ichu'eish·n komëdiz]
– così attento a rappresentare i problemi della gente qualunque, comincia ad
interessarsi alla vita e ai diritti delle coppie gay. Insomma, le pressioni
ci sono e spingono a guardare al di qua della Manica. Oggi, infatti, in
Francia e in Germania alle coppie gay vengono riconosciuti alcuni dei
diritti delle coppie eterosessuali; in Olanda, invece, non c’è praticamente
differenza tra matrimonio etero- e omosessuale.
In Inghilterra si è
ancora lontani da questo. Il primo passo verso la legalità potrebbe essere
l’istituzione di un registro delle unioni omosessuali, proposta dal sindaco
di Londra, Ken Livingstone.
Mentre lo stato
annaspa e temporeggia, la Chiesa sembra aprirsi timidamente ai nuovi
costumi: le coppie omosessuali, attraverso il
Lesbian
and
Gay
Christian
Movement [Lezbiën
ænd Gei Krischën Muuvmënt]
possono essere messe in contatto con pastori anglicani disposti a benedire
la loro unione.
Renewal of Marriage
Vows
Gli eterni
innamorati, quelli che non si accontentano di pronunciare il fatidico
I will
[Ai
wil] una volta sola, possono rinnovare le
promesse nuziali in una cerimonia unica e personalizzata che si chiama
appunto Renewal of Marriage Vows
[Rin'yuuël
ov Mærij Vauz].
Adatta a qualsiasi coppia di sposi e in qualunque momento del matrimonio,
questa cerimonia spesso si associa ad anniversari speciali, sentiti come
veri e propri traguardi nella vita a due, oppure viene scelta per suggellare
la ritrovata armonia dopo un periodo burrascoso.
La cerimonia in sé
non dura più di un quarto d’ora e si svolge di fronte a un celebrante, che
può essere un pastore protestante, un sacerdote o un laico, a discrezione
degli sposi.
Esistono diverse
società in grado di organizzare tutto nei minimi particolari. Una delle più
suggestive è la Anvil
Blessings [Incudine~Benedizioni,
Ænvil Blesiñz].
Si trova a Gretna Green
[Gretnë
Griin], in Scozia, e attira gli sposi
quanto il miele le api, perché offre diversi tipi di cerimonia: quella
religiosa (secondo il rito anglicano, scozzese o cattolico), quella moderna
e informale e, per gli spiriti più esigenti, la
Celtic Blessing [Benedizione Celtica,
Seltik Blesiñ].
Ricca di
simbolismo, quest’ultima cerimonia, basata sulla liturgia celtica cristiana
e accompagnata dai ritmi e dai versi poetici dei celti, promette di condurre
le anime degli sposi verso una dimensione ancora più profonda e spirituale.
Gretna Green,
comunque, è famosa anche per ragioni meno mistiche e spirituali. Era infatti
considerata una sorta di Las Vegas dove le coppie avversate dai parenti o
dalla legge si rifugiavano per sposarsi. Tutta la Scozia è nota per essere
meno attenta al formalismo in materia di matrimonio. La Chiesa di Scozia,
per esempio, permette il matrimonio tra divorziati. E proprio in Scozia si
risposò nel 1990 la Principessa Anna, sorella della Regina e già divorziata,
non certo per ragioni paesaggistiche, ma perché la Chiesa Anglicana le
avrebbe rifiutato la cerimonia.
Folklore nuziale
Il matrimonio è
un’istituzione senza tempo. Con immutata attualità ripropone ogni volta miti
e tradizioni popolari, usi e costumi che affondano le radici in un passato
remotissimo e che ammiccano tutti alla buona sorte. Quante cose gli sposi
devono tenere a mente e ricordarsi di fare o di evitare! Per esempio, “porta
male” se lo sposo vede anzitempo il vestito della sposa, mentre la
tradizione vuole che il periodo migliore per convolare a giuste nozze sia
l’autunno, quando i contadini, avendo già raccolto il frutto delle loro
fatiche sui campi, potevano disporre di cibo abbondante sulle tavole. A
conferma di tutto questo un’antica rima inglese recita infatti
Marry in September’s shine, your
living will be rich and fine [Sposati nello
splendore di settembre, la tua vita sarà ricca e bella,
Meri in Sept'embëz
shain, yo·o liviñ wil bi rich ænd fain].
Alla tradizione
contadina, viva anche ai giorni nostri, si riallacciano numerose altre
usanze. Se nel seicento i novelli sposi venivano accolti all’uscita dalla
chiesa con una pioggia di semi di frumento, oggi si usa il riso o l’orzo.
Nelle regioni del nord, invece, la coppia di sposi è attesa sulla soglia di
casa da uno degli abitanti più anziani del vicinato, che scuote sopra le
loro teste un vassoio colmo di pezzetti di pane. Quando il pane cade a terra
gli amici si azzuffano per riuscire a raccoglierne un pezzo e guadagnarsi
così una discreta dose di fortuna.
Molto sentito,
inoltre, è l’uso di regalare alla sposa un ferro di cavallo decorativo da
portare al polso: il porta fortuna per eccellenza. Infine, una nota
linguistica: sapete qual è l’origine della parola
honeymoon
[luna di miele,
hanimuun]?
Deriva dall’usanza di far bere alla sposa nel mese successivo alle nozze una
bevanda a base di miele, l’idromele [mead,
miid],
una sorta di ‘fertilizzante’ per la coppia, in grado cioè di assicurare loro
molti figli, ma prima di tutto un figlio maschio.
Wedding Cake, la
torta nuziale
Da dove deriva la
tradizionale torta nuziale ‘multipiano’? Anche qui, da un’usanza medievale.
Gli ospiti erano, infatti, tenuti a portare delle piccole torte che venivano
accatastate al centro di un tavolo. La sfida per gli sposi era quella di
riuscire a baciarsi sovrastando tanta dolcezza.
L’ultima notte di
libertà
Un’istituzione
parallela al matrimonio è rappresentata dalle feste di addio al celibato [stag
night,
stæg nait]
e al nubilato [hen night,
hen nait].
In queste notti di bevute ed eccessi può capitare di tutto: che il promesso
sposo (o sposa) cambi idea, che la serata degeneri in rissa con qualche
occhio pesto e, alla peggio, una notte al fresco.
La festa può durare
una notte o addirittura un week-end. Anche qui, internet è una fonte
inesauribile di idee. Giusto per fare un esempio, il sito
www.lastnightoffreedom.co.uk –
già il nome, “ultima notte di libertà”, è tutto un programma – propone le
feste a tema, in costume. Perché non fingersi per una notte, l’ultima notte,
un principe arabo nel suo harem affollato di mogli? O vestire i panni del
fascinoso James Bond? Oppure organizzare un Toga Party? Quest’ultimo, però,
è raccomandato in modo particolare solo a chi può sfoggiare un fisico
prestante!
IL
RITUALE DEI DISCORSI
Se avete visto il film
Quattro matrimoni e
un funerale con
Hugh Grant, non può certo esservi sfuggita l’importanza che in un matrimonio
inglese ricoprono i discorsi: durante il banchetto qualcuno tra gli invitati
si alza in piedi e sfodera ironia e loquacità, tra gli applausi e le risate
degli astanti. La tradizione vuole che il primo a prendere la parola,
prodigandosi in una serie ininterrotta di ringraziamenti, sia il padre della
sposa.
Anche lo sposo è tenuto a dire qualcosa. Seguono poi altre
figure intraprendenti, ma il discorso più atteso è quello del testimone
dello sposo, che in un crescendo di umorismo e ilarità, è tenuto a mettere
in scena quasi uno show. Un compito impegnativo, non c’è dubbio, perché il
rischio di non essere brillanti e di fare una scialba figura è sempre in
agguato.
Ma per fortuna il testimone parla per ultimo, quando gran
parte dello champagne è sparito dalle tavole e la soglia di reazione
all’umorismo da parte del pubblico si è notevolmente abbassata.
E a chi è povero di argomenti viene in soccorso anche
l’editoria: il sito
www.confetti.co.uk,
oltre a fornire ai principali oratori opportune checklist, vende on-line
Speeches
[Spiichiz], un prezioso
manuale per preparare discorsi nuziali memorabili.
E magari utili anche qui da noi!
CITAZIONI
MATRIMONIALI D’AUTORE
Attraverso il sito
www.2-in-2-1.co.uk si
accede a un archivio che contiene migliaia di citazioni d’autore da
includere nel proprio discorso o da pronunciare negli innumerevoli brindisi
agli sposi. Ecco qualche esempio.
Love is a fire. But whether it is going to warm your heart or
burn down your house, you can never tell
L’amore è un fuoco.
Ma non puoi mai dire se ti scalderà il cuore o ti brucerà la casa.
Joan Crawford
The majority of husbands remind me of an orangutan trying to
play the violin
La maggior parte
dei mariti mi ricorda un orangotango che cerca di suonare il violino.
Honoré de
Balzac
Love is the answer, but while you’re waiting for the answer,
sex raises some pretty good questions
L’amore è la
risposta, ma mentre stai aspettando la risposta, il sesso ti pone delle gran
belle domande.
Woody Allen
The trouble with some women is that they get all excited
about nothing… and then marry him
Il problema di
certe donne è che si agitano per niente… e poi lo sposano.
Cher
The most happy marriage I can imagine to myself would be the
union of a deaf man to a blind woman
Il matrimonio più
felice che mi possa immaginare sarebbe l’unione di un uomo sordo con una
donna cieca. S. T.
Coleridge
DI CHE NOZZE SEI?
Anche gli inglesi hanno la loro brava tabellina di “anniversari”
(anniversary years,
Æniv'ëësëri
Yiëz).
Vediamo quali sono:
5 anni |
Legno |
Wood, |
Wud |
10 anni |
Stagno |
Tin |
Tin |
15 anni |
Cristallo |
Crystal |
Krist·l |
20 anni |
Porcellana |
China |
Chainë |
25 anni |
Argento |
Silver |
Silvë |
30 anni |
Perla |
Pearl |
Pëël |
35 anni |
Corallo |
Coral |
Korël |
40 anni |
Rubino |
Ruby |
Ruubi |
45 anni |
Zaffiro |
Sapphire |
Sæfaië |
50 anni |
Oro |
Gold |
Gëuld |
55 anni |
Smeraldo |
Emerald |
Em·r·ld |
60 anni |
Diamante |
Diamond |
Daiëmënd |
75 anni |
Secondo
diamante |
Second Diamond |
Sek·nd Daiëmënd |
SEI
SITI INTERNET MATRIMONIALI
www.confetti.co.uk
Dalla festa di
addio al celibato o nubilato fino ai suggerimenti quasi materni in caso di
lite durante la luna di miele: in questo sito c’è tutto, ma proprio tutto,
quello che serve per rendere il matrimonio un giorno davvero speciale.
www.lastnightoffreedom.co.uk
Il sito delle
feste e degli eccessi per l’ultima notte di libertà.
www.marriagecare.org.uk
è il
sito di una istituzione senza scopo di lucro che aiuta le coppie a
prepararsi al matrimonio, a mantenerlo vivo e frizzante e a sostenersi
vicendevolmente se l’unione dovesse incrinarsi.
www.anvilblessings.co.uk
Il mito della
Benedizione Celtica si rivive in Scozia. Grazie ad Anvil Blessings, che
propone, tra l’altro, una serie articolata di cerimonie di rinnovamento
delle promesse nuziali.
www.civilceremonies.co.uk
Dall’attribuzione
del nome (naming,
neimiñ)
al funerale, passando attraverso la cerimonia di impegno e il rinnovamento
delle promesse nuziali, questo sito fornisce indicazioni sulle cerimonie
civili che possono costellare la vita degli inglesi.
www.2-in-2-1.co.uk
Organizzazione del
matrimonio, consulenza pre- e postmatrimoniale, anche qui, c’è veramente di
tutto. Il sito è pensato come una piccola città dedicata al matrimonio. Tra
le curiosità, l’Health
Club virtuale per
tenere in forma il matrimonio, la Marriage
Clinic per curare
i momenti più duri e la University per
accedere agli studi accademici sull’argomento.
MINI GLOSSARIO DI TERMINI "MATRIMONIALI"
I PERSONAGGI
•
accompagnatore
attendant [ët'endënt]
•
arcivescovo
archbishop [aachb'ishëp]
•
cerimoniere, usciere
usher [ashë]
•
damigella d’onore
bridesmaid [braidzmeid]
•
fanciulla non sposata
maiden [meid·n]
•
fotografo
photographer [fët'ogrëfë]
•
futura sposa
bride-to-be [braid
të bii]
•
invitato guest
[gest]
•
marito
husband [hazbënd]
•
moglie
wife [waif]
•
parenti
relatives [relëtivz]
•
paggio
page [peij]
•
pastore anglicano clergyman
[klëëjimën]
•
prete, sacerdote
priest [priist]
•
pretendente
suitor [syuutë]
•
sposa
bride [braid]
•
sposo
bridegroom, groom [braidgruum,
gruum]
•
suocero
father-in-law [faadhërinlo·o]
•
suocera
mother-in-law [madhërinlo·o]
•
testimone
witness [witnis]
•
testimone dello sposo
best man [best
mæn]
•
Ufficiale di Stato civile
Superintendent Registrar [S'uupërint'endënt
R'ejistr'aa]
I PREPARATIVI
•
abito da sposa
wedding dress [wediñ
dres]
•
album fotografico
photo album [fëutëu
ælbëm]
•
anello di fidanzamento
engagement ring [eng'eijmënt
riñ]
•
bouquet
bouquet
[buukei]
•
chiedere di sposare
to propose, to pop the question
[tu prëp'ëuz, tu pop dhë
kwesch·n]
•
coriandoli
confetti
[kënf'eti]
•
corredo
outfit [autfit]
•
elenco degli invitati
guest list [gest
list]
•
fare le pubblicazioni
to call the banns [tu
ko·ol dhë bænz]
•
festa di addio al celibato
stag night, stag party [stæg
nait,
stæg
paati]
•
festa di addio al nubilato
hen night, hen party [hen
nait, hen paati]
•
fidanzamento
engagement [eng'eijmënt]
•
fiori
flowers [flauëz]
•
fuochi d’artificio
fireworks [faiëwëëx]
•
lista di nozze
wedding list, gift list [wediñ
list, gift list]
•
partecipazioni
invitations ['invit'eish·nz]
•
permesso licence [lais·ns]
•
preparativi per il matrimonio
marriage arrangements [mærij
ër'einjmënts]
•
promessa di matrimonio
(anticamente) betrothal [bitr'eudh·l]
•
pubblicazioni
banns [bænz]
•
velo veil
[veil]
CHIESA, CERIMONIA E ALTRO
•
anello nuziale
wedding ring [wediñ
riñ]
•
brindisi
toast [tëust]
•
campane
church bells [chëëch
belz]
•
cerimonia
ceremony [serëmëni]
•
chiesa anglicana
Church of England [Chëëch
ov Iñglënd]
•
coro
church choir [chëëch
kwaië]
•
discorso
speech [spiich]
•
inno
hymn [him]
•
libro delle preghiere
prayer-book [preë-buk]
•
luna di miele
honeymoon [hanimuun]
•
matrimonio
wedding [wediñ]
•
panca di chiesa
pew [pyuu]
•
parrocchia
parish [pærish]
•
parroco
vicar [vikë]
•
pranzo di nozze
wedding breakfast [wediñ
brekfëst], lunch
[lanch]
•
processione
procession [prës'esh·n]
•
regalo di matrimonio wedding
present [wediñ
prezënt]
•
registro parrocchiale
parish register [pærish
rejistë]
•
ricevimento wedding
reception [wediñ
rës'epsh·n]
•
sagrestia
vestry [vestri]
•
sermone
sermon [sëëmën]
•
suonare le campane
to peal [tu
piil]
•
torta nuziale
wedding cake [wediñ
keik]
•
ufficio di stato civile
Registry Office [Rejistri
Ofis]