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Trinity: certificare il parlato
Articolo di Roberto Casiraghi e Federica Pellegrino, pubblicato su English4Life n. 5  
 
WITH A VERY BIG THANK YOU FROM THE ENGLISH GRATIS TEAM!


TRINITY: CERTIFICARE IL PARLATO
Tra tutti i metodi che certificano la conoscenza dell’inglese, quello del Trinity College è quello che con maggiore decisione pone l’accento sull’inglese parlato. In questa intervista, Claudia Beccheroni, responsabile italiana del Trinity, ce lo descrive.

Il Trinity College London [Triniti Kolij Landën] è uno degli enti che nel 2000 ha firmato il protocollo d'intesa con il Ministero dell’Istruzione ed è stato così incluso nella lista degli enti che certificano la conoscenza della lingua inglese. Offre una varietà di esami di inglese orale suddivisi in ben 12 livelli di competenza (nessun altro ente prevede una graduazione così fine) allo scopo di valutare tutti gli aspetti del parlato. E la sua più nota caratteristica è appunto questa: l’accento posto sulla lingua parlata.

Abbiamo incontrato a Milano Claudia Beccheroni, referente nazionale per questo ente, e abbiamo scoperto che Trinity è una più che secolare charity (chæriti, istituzione senza scopo di lucro), patrocinata dal Duca di Kent, che, per statuto, promuove sia le arti come la musica, il teatro, la danza che la lingua inglese. Ma seguiamo l’intervista.

Come nasce il Trinity College e, in particolare, l’idea dell’esame di lingua inglese orale?

Il Trinity nasce nel 1877 come ente delle performing arts (
pëf'o·omiñ aats, arti dello spettacolo): speech (spiich, discorso), drama (draamë, teatro) e music (myuuzik, musica). Da lì sono poi stati aggiunti gli esami di lingua inglese negli anni Trenta e Quaranta, alla base dei quali c’è comunque l’idea della lingua come qualcosa che si perform (pëf'o·om, fare, eseguire), che si fa. Infatti il nostro è un esame pratico, non ci sono né domande di grammatica, né scelte multiple, né esercizi di riempitura. Lo studente deve parlare, deve avere una conversazione più vicina alla realtà possibile con un esaminatore madrelingua, su aree tematiche e linguistiche fissate per ogni livello.

I livelli previsti sono 12 – ne abbiamo più di qualsiasi altro ente – a partire dal livello principiante, quando lo studente sa più capire che rispondere, fino al livello 12 che è il madrelinguismo totale. Lo stesso approccio l’abbiamo anche nell’esame scritto, perché valutiamo lo scritto in un contesto di performing, cioè si fa scrivere lo studente, lo si fa produrre. È un approccio qualitativo alla valutazione piuttosto che quantitativo.

In tema di certificazione, quali sono le principali differenze tra il vostro sistema di esami e il Cambridge o il TOEFL?

Sia l’esame Cambridge che il TOEFL sono molto diversi dal nostro. Prima di tutto, perché il loro esaminatore non viene dall’Inghilterra e il nostro sì. Anzi il TOEFL non prevede proprio un esaminatore, è tutto computerizzato, mentre il Cambridge ha esaminatori inglesi che però vivono nel paese dove si organizza l’esame.

C’è poi un’altra grande differenza tra il TOEFL, che è un esame al 100% automatico perché il valutatore è una macchina e l’elemento umano non è neanche preso in considerazione, e un esame come il nostro, dove il valutatore  ha la possibilità di intervenire nella valutazione in modo anche soggettivo.

Puoi descrivere un esame Trinity?

Per esempio, a un livello B1, che è un livello soglia del Consiglio d’Europa, abbiamo due tipi di esame: l’esame delle 4 abilità integrate, cioè leggere, scrivere, parlare e capire, e l’esame di sole abilità audio-orali. L’esame delle 4 abilità integrate, che è quello richiesto dalle università per progetti tipo il CampusOne o l’Erasmus, prevede che lo studente prepari un portfolio di lavoro in un arco di tempo fissato insieme al proprio docente, su degli esempi di scrittura tipici del mondo di oggi, come scrivere un articolo, un report (rip'o·ot, relazione), una e-mail, una lettera, e un testo creativo. Il portfolio di lavoro raccolto dallo studente viene valutato dall’esaminatore il giorno dell’esame e discusso durante la conversazione. Oltre a questo l’esame prevede anche una prova controllata di lingua scritta, più classica, con una reading comprehension (riidiñ k'omprëh'ensh·n, comprensione della lettura) e la produzione di un articolo, report o review (rëvy'uu, resoconto o recensione), da realizzarsi in 40 minuti e senza vocabolario.

Qual è la fascia di età a cui si rivolge questo esame di livello B1?

La fascia di età a cui si rivolge in Italia va dalla scuola superiore in su. A livello internazionale, invece, il B1 viene richiesto nel passaggio tra quella che è la scuola media e la scuola superiore; però questo in Italia non è proponibile.

Invece, giusto per dare degli esempi pratici, qual è l’esame iniziale?

Il primo dei 12 gradini prevede solo 5 minuti di conversazione, in cui è principalmente l’esaminatore a parlare e a fare delle domande che richiedono sostanzialmente delle risposte preconfezionate, non libere. Argomenti dell’esame sono i giorni della settimana, le ore, i numeri, i colori, le posizioni delle cose. È in genere l’esame per i bambini di terza o quarta elementare.

A che cosa serve questo tipo di esame? Che cosa certifica, visto che la conoscenza è talmente ridotta?

Certifica un livello A1 del Consiglio d’Europa, che viene chiamato breakthrough [breikthruu], cioè inizio. In termini di spendibilità non ne ha, perché in Europa viene richiesto il B1 come livello minimo. Serve però per il portfolio dell’alunno, che è questa grossa innovazione introdotta a livello europeo, dove ogni cittadino è invitato a raccogliere quante più prove possibili del proprio apprendimento linguistico in diverse lingue. Inoltre, è un forte stimolo per la motivazione. Il Ministero ha adottato questo sistema di certificazione anche a livelli bassi per incoraggiare i ragazzi e per fissare degli standard e vedere se questi standard vengono raggiunti o meno.

Il fallimento o il superamento dell’esame Trinity come si esprime?

Con una percentuale. Per superare il nostro esame bisogna raggiungere il 65% del totale. I nostri criteri sono la pronuncia, l’accuratezza, la prontezza nel rispondere e la focalizzazione, cioè il riuscire a esprimere il concetto nel tempo dato. Questi quattro criteri valgono tutti il 25% del globale e si applicano a ogni parte dell’esame. Quindi, alla fine dell’esame lo studente ha un profilo molto dettagliato della sua performance, all’interno di ciascuna prova e, per ogni prova, all’interno dei quattro criteri.  

Qual è la percentuale di fallimento?

Per fortuna la percentuale di fallimento nel nostro esame è molto bassa, circa il 5%. È veramente poco, perché con un sistema di 12 livelli c’è veramente un livello giusto per tutti, senza bisogno di fare grossi gradini. E, comunque, lo studente può risostenere un’altra prova dopo un mese.

Come si sceglie il livello giusto? Chi lo sceglie?

Il docente che insegna allo studente. Gli studenti adulti sarebbero anche in grado di autovalutarsi, utilizzando soprattutto i descrittori del Consiglio d’Europa che sono stati studiati proprio per l’utenza generica.

Gli esami sono a pagamento?

Sì, gli esami sono a pagamento e il costo varia da 25 ? a 150 ? a seconda del tipo di esame, del livello e del tipo di scuola: chi proviene da una scuola statale ha diritto a una tariffa preferenziale, chi proviene da una scuola privata - o è un privato - ha invece una tariffa diversa.

Come fa una persona che si trovi al di fuori di una scuola e che abbia l’esigenza di una simile certificazione, a sapere che esiste il Trinity?

C’è il nostro sito internet, www.trinitycollege.it.  In linea di massima noi garantiamo una buona copertura agli utenti che sono nelle scuole. Invece l’utente privato, in genere, non credo senta l’esigenza di un certificato, caso mai sente l’esigenza di un corso d’inglese: va in una scuola per imparare l’inglese e gli viene proposto di fare un esame. A meno che non lavori per una qualche multinazionale che invece richiede dei livelli prestabiliti di conoscenza linguistica.

Per esempio, anni fa, siamo stati incaricati di esaminare i quadri dirigenziali europei della Samsung, la quale fissava i livelli di competenza a cui voleva che il management arrivasse. I managers si preparavano o autonomamente o attraverso scuole di lingua che però non certificavano il raggiungimento di certi obiettivi, questo veniva lasciato all’ente certificatore, cioè a Trinity.

La Samsung scelse noi proprio perché voleva esami di lingua pratica: per esempio, voleva veramente che queste persone inscenassero una tavola rotonda. Uno dei tanti esami del Trinity è proprio questo, si chiama Effective Communication [if'ektiv këmy'uunik'eish·n] ed è destinato al mondo manageriale: certifica l’uso efficace della lingua, utile appunto per tenere un meeting o una tavola rotonda. 

Quali sono gli altri esami organizzati da Trinity?

Abbiamo esami di dizione, di speech, di drama. Quest’ultimo, in genere, lo sceglie chi vuole fare teatro di professione, o chi aspira a diventare attore.

Per gli italiani potrebbe essere una cosa interessante, ad esempio, per il canto. Ci sono tanti cantanti pop che vorrebbero saper cantare in inglese. Esiste qualcosa che si rivolga a queste persone?

I nostri esami di dizione mirano proprio a questo, a certificare che il candidato parli un inglese standard, comprensibile e libero da quelle inflessioni che possono essere fastidiose in chi usa la lingua per broadcasting (bro·odkastiñ, radio o telediffusione) o per cantare.

Questi esami vengono fatti soprattutto in Inghilterra, da stranieri e madrelingua che vivono e lavorano in un contesto inglese e quindi devono avere un livello di inglese “pulito”, anche per poter praticare la loro professione. E vengono fatti soprattutto nei paesi dell’ex impero, quindi del Commonwealth [Komënwelth].

Anche dall’Italia, però, è possibile iscriversi e sostenere questi esami attraverso delle scuole internazionali di Roma, la Mary Mount per esempio, o di Milano.





 

 


 

 
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