1.1 Il
principio della traduzione letterale
La novità più appariscente del
Metodo Casiraghi-Jones è sicuramente l’affiancamento al testo inglese di una
doppia traduzione: la traduzione in buon
italiano e la traduzione
letterale parola per parola.
Dal confronto tra buona traduzione e traduzione letterale, brutta ma fedele,
emerge il vero significato del testo inglese.
Facciamo un esempio:se qualcuno,
in inglese, dice che andrà a scuola ad Oxford e il suo interlocutore ribatte
“Same here”, fornire la corretta traduzione italiana: “Anch’io” non sarà di
molto aiuto a chi impara. Dando invece anche la traduzione letterale parola
per parola “Stesso qui”, chi impara capisce intuitivamente che la frase
inglese ha, nel contesto dato, lo stesso senso di “Anch’io” e si rende
conto, al contempo, della diversità fra le due lingue.
1.2 La corrispondenza
parola per parola
La nostra traduzione è realizzata
in modo che sia sempre possibile individuare la corrispondenza tra parola
inglese e parola italiana.
Esempio:
There’s even a flat= C’è perfino
un appartamento.
Come si può notare, ad ogni
parola inglese corrisponde una parola italiana. Nei casi in cui non sia
possibile tradurre parola per parola perché il significato è dato
dall’insieme di parole e non dalla parola singola (esempio,
give_up
che significa
rinunciare) scriviamo un trattino basso in
grigio con funzione unificante.
Ecco altri esempi: 1)
go_in=entrare;
2) another=un_altro;3)
by_the_way=a_proposito.
A volte, per unire delle parole
che sono fisicamente lontane, usiamo il cosiddetto “colore grigio
unificante”.Nell’esempio seguente
When
do
rehearsals
start?
(Quando cominciano prove?), usando il colore
grigio su “do” e “start” facciamo capire che le due parole in grigio, anche
se fisicamente lontane, vanno considerate come una parola unica
corrispondente alla traduzione italiana “cominciano”.
1.3 Eccezioni
alla regola della letteralità
Nonostante la volontà di essere
letterali, abbiamo ritenuto opportuno evitare la letteralità ogni volta che
si ha a che fare con regole grammaticali conosciutissime. Nell’elenco
sottostante, tradurremo quindi le espressioni inglesi di sinistra con
l’italiano non letterale di destra e
non con quello letterale al centro:
doesn’t work=fa non
lavorare>>>non lavora
had been=aveva stato>>>era
stato
is working= è lavorante>>>sta
lavorando
will do=vuole fare>>>farà
he’s got=ha ottenuto>>>ha
it won’t be=esso vuole non essere>>>non
sarà
1.4 Altre
convenzioni
Il simbolo della tilde (~)
posto fra due o più parole inglesi indica l’inversione, ossia il fatto che
nel tradurre in italiano quello che viene prima in inglese va dopo e
viceversa. Esempio: typing~agency=dattilografia
agenzia ossia agenzia di dattilografia. Due tildi consecutive
indicano di solito la presenza di un genitivo sassone. Es.
the children’s schools=le
bambini~dei~scuole ossia le scuole dei bambini
L’asterisco *
prima di una parola italiana indica che essa non esiste o è sottintesa nel
testo originale inglese. Esempio: I wish you
were here=vorrei *che tu fossi qui (la parola
che è sottintesa
nell’originale inglese).
La triplice freccia
>>>indica che quella che segue è la traduzione in buon italiano.
La barra obliqua
/ viene
usata per indicare un’alternativa di traduzione più adatta al contesto dato.
Es. to give up=rinunciare/lasciar
perdere.
Le parentesi quadre con
il simbolo di uguale all’interno [=....] vengono inserite per indicare
le equivalenze
ossia a cosa corrisponde una data espressione inglese che viene formulata in
forma breve per esigenze espressive e di concisione tipiche del linguaggio
parlato rispetto a quella che dovrebbe essere la forma completa. Per
esempio, I’m [=I
am] oppure he’d [=
he would] o, nel caso di frasi, Ever seen such
a stupid man? [=Have you ever seen such a
stupid man]
I pronomi personali
inglesi nella traduzione letterale italiana vengono talvolta omessi.
It
Viene tradotto con esso
oppure ciò a
seconda del contesto.
You
Viene tradotto con tu,
Lei (forma di
rispetto) o voi a
seconda del contesto.
To dell’infinito
Viene tradotto, a seconda del contesto, con a,
di,
da,
per o non viene tradotto
affatto.
Forme in -ing (working)
Vengono tradotte, a seconda dei casi, come:
1) gerundio, “lavorando”
2)infinito, “lavorare”
3) sostantivo, “il lavorare”
4) partecipio presente, “lavorante”
5) frase relativa, “che lavora”
He’s
equivale a he
is (egli è)oppure
a he has (egli
ha).
He’d
equivale a he had
(egli aveva) oppure a he
would (egli + condizionale)
He’ll
equivale a he will
(egli + futuro). Lo stesso vale per tutti gli altri
pronomi personali.
Il verbo
get, che, più che
avere un significato proprio, riveste una miriade di significati, viene
prevalentemente tradotto come: 1) ottenere 2) ricevere 3) prendere 4)
comprare 5) diventare 6) venire 7) arrivare 8) mettere.