INTERVISTE – L’Università dei Traduttori Tecnici

Maria Bondanese è una volontaria di English Gratis che ha al suo attivo un’esperienza molto particolare: si è laureata in Teoria e Prassi della Traduzione Tecnico-Scientifica alla facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Bari. Le abbiamo rivolto alcune domande in proposito.

Come mai hai deciso di iscriverti proprio a quel corso di laurea?
In realtà inizialmente la mia è stata una scelta quasi obbligata in quanto ho frequentato il corso di Laurea di I Livello nel Curriculum “Lingue E Culture Per Il Turismo” nella stessa Facoltà. Alla fine del triennio, non essendoci una Laurea Specialistica, almeno a Bari, che mi permettesse di continuare in quel settore, ho deciso di frequentare questo corso perché ho pensato che alla fine avrei avuto più sbocchi professionali rispetto agli altri Corsi di Laurea Specialistica attivi.

Come è strutturato il corso, cosa si insegna?
Questo corso non prevede molti esami (in tutto sono 10 in due anni!).
In particolare si studiano due delle tre lingue scelte nel corso di laurea di I Livello i cui programmi si concentrano soprattutto sulla conoscenza di vari settori tecnico-scientifici. Naturalmente i settori tecnici sono infiniti e quindi non è possibile affrontarli tutti, infatti, l’obiettivo è fornire una “visione generale” di alcuni settori tra cui quello medico, legale, giornalistico, socio-economico e informatico.

>>>noltre, abbiamo affrontato anche il tema della Localizzazione (che tra l’altro è stato l’argomento della mia Tesi di Laurea), un termine abbastanza nuovo che implica “adattare un prodotto, che sia un testo, un software, ecc alle esigenze linguistiche e culturali del paese in cui verrà utilizzato.

Personalmente, credo che sia un concetto molto interessante, in particolare nell’era della globalizzazione in cui i nostri destinatari parlano lingue diverse e appartengono a culture diverse.

L’industria della localizzazione, infatti, si sta espandendo sempre di più, tant’è che oggi la figura del localiser è forse richiesta di più di quella del “semplice” traduttore.

Ancora, vengono illustrati i vari strumenti multimediali utili ai traduttori, quali i corpora o i CAT tool.

Infine, importante è anche il tirocinio formativo che viene svolto presso una delle strutture convenzionate con l’Università o in un altro posto scelto personalmente dallo studente a scelta tra organi amministrativi, pubbliche amministrazioni, enti pubblici, aziende, ecc.

Per poter accedere, ci sono delle precondizioni o requisiti particolari?

Per chi come me proviene da un corso di I Livello della stessa facoltà, non sono previsti particolari prerequisiti.

Per chi proviene da altre Facoltà invece, si dovranno colmare eventuali debiti formativi (sia linguistici che non) stabiliti di volta in volta dalla Commissione didattica secondo il curriculum di studi dello studente in questione.

E per quanto riguarda i costi?

I costi sono contenuti. Prevedono le tasse annuali (la prima uguale per tutti, la seconda e la terza sono stabilite in base a merito e credito). Come nelle altre Università sono previste borse di studio EDISU, borse di studio da richiedere all’Università, e l’attività part-time che permette a coloro che ne fanno richiesta, e il cui reddito non supera certi limiti, di ottenere quasi lo stesso importo della borsa di studio lavorando per un periodo di 150 ore presso una delle strutture dell’Università.

Inoltre, se ci si laurea nei due anni in corso si ha la possibilità di ottenere il rimborso delle tasse pagate nell’ultimo anno di frequenza.

L’aspetto “prassi” in cosa consiste?

Teoria e prassi vanno sempre insieme. Prima di poter iniziare a tradurre un testo tecnico, infatti, è necessario saperlo leggere, analizzare, individuarne obiettivo e destinatari, e questo fa parte della teoria. Solo in seguito si può iniziare all’esercitazione pratica iniziando a tradurre vari testi tecnici.

In questo contesto le lezioni dei lettori svolgono un ruolo importantissimo in quanto durante l’anno accademico aiutano gli studenti a mettere in pratica ciò che i professori spiegano; inoltre, essendo professori madrelingua, aiutano anche a correggere stile, ad approfondire l’uso di certi termini nei vari settori, ecc.

Che lingue hai studiato, solo inglese o anche altre lingue?

Nel corso di I Livello ho studiato inglese come prima lingua, francese come seconda, e portoghese come terza.

Nel II Livello, si può continuare lo studio di solo due delle tre lingue scelte, e io ho optato per inglese e francese.

Come ti sei trovata con i docenti e gli studenti del tuo stesso corso di studi?

Ho trovato delle amiche fantastiche con cui ho condiviso gioie e pene. In realtà non tutte erano frequentatrici assidue (parlo al femminile perché la Facoltà è frequentata soprattutto da ragazze) poiché molte di noi hanno già iniziato a lavorare dopo la Laurea Triennale, chi in un settore pertinente, chi no. D’altra parte però, il fatto che il numero degli iscritti alle Lauree Specialistiche è ancora molto esiguo poiché si tratta di Corsi avviati da meno di quattro anni, si sono creati rapporti simili a quelli che si creano tra i banchi di scuola dove anche i professori ti chiamano per nome. Parlo naturalmente dei corsi meno frequentati, e questo esclude il corso di inglese!

Quali sono gli aspetti positivi ed eventualmente negativi di questa esperienza, inoltre quali sono le materie più “difficili” o gli esami più “pesanti”?

Le materie più difficili e pesanti sono sicuramente gli esami di lingua che si dividono in esame scritto e orale, e posso assicurare che se non si seguono le lezioni, gli scritti sono difficilmente superabili.

Una volta superata la prova scritta, superare quella orale è QUASI automatico anche se la mole di lavoro da studiare non è affatto indifferente.

Le altre discipline invece, molte delle quali sono a scelta degli studenti, sono meno pesanti ma naturalmente ciò dipende sempre dalla disciplina, ad esempio un esame di Storia Contemporanea è tutt’altro che semplice!!

Il possesso di questa laurea ti ha consentito di trovare più facilmente un lavoro? Nel tuo lavoro attuale, utilizzi le cose che hai imparato in quel corso?

Grazie a questo corso ho trovato lavoro ancor prima di laurearmi. Figure che si occupano delle relazioni con l’estero nel settore commerciale o industriale sono sempre più richieste. Certo, se si studiano lingue meno “famose” come il russo o l’arabo o anche il portoghese forse ci sono meno offerte di lavoro ma sicuramente più possibilità di ottenerlo perché c’è meno concorrenza, a differenza dell’inglese che viene scelto dalla maggior parte degli studenti.

Io, ad esempio, lavoro nel settore dei brevetti dove utilizzo per lo più inglese, e anche se durante il mio corso non abbiamo affrontato la terminologia brevettuale, grazie a questo corso di laurea, ho acquisito comunque quelle conoscenze di base necessarie a trovare subito un posto di lavoro inerente ai miei studi.

Sei iscritta a qualche sito di traduttori come Proz e altri?

Si, sono iscritta a Proz, Translatorscafè, Traduguide, Langit, ecc dove si possono trovare molte offerte di lavoro e soprattutto molti consigli per chi volesse intraprendere la professione di traduttore freelance.

Secondo te quali sono i requisiti di una buona traduzione scientifica?

La traduzione scientifica presenta particolari difficoltà nel lessico, nella sintassi e nello stile.

Ci sono diversi livelli di tecnicità a seconda degli obiettivi e dei destinatari del testo: quindi i testi rivolti ad esperti del settore presenteranno sicuramente un grado di difficoltà maggiore rispetto ad un testo pubblicato in una rivista a carattere scientifico, destinata ad appassionati (ma non esperti!) del settore.

In generale però io credo che una traduzione tecnica e/o scientifica debba “conservare” lo stesso stile e tipo di linguaggio usato nel source text. Particolare attenzione dev’essere data al significato specifico dei termini che possono assumere un significato diverso da quello della lingua di tutti i giorni. I termini scientifici, infatti, hanno un solo significato, a differenza delle parole usate nella lingua di tutti i giorni che possono avere dei sinonimi e assumere diversi significati.

Dal punto di vista stilistico, un testo scientifico dev’essere neutro, spersonalizzato ed è per questo che generalmente viene adottata la forma passiva, compatto e sintetico.

Consiglieresti questo corso di studi ad altre persone e, più in generale, che consigli daresti a chi si vuole specializzare nella traduzione scientifica e tecnica?

Come ho già accennato, questo corso non offre una conoscenza piena di uno specifico settore tecnico e/o scientifico e sicuramente non si concentra solo su quello. Si devono anche studiare delle materie che non sono strettamente inerenti al campo della traduzione, però ti offre le basi per iniziare.

Partendo dalla mia modesta esperienza di neo-laureata, ho inoltre imparato che è molto difficile tradurre un testo tecnico e/o scientifico se non si è preparati sull’argomento da tradurre, con il rischio di produrre un testo d’arrivo disastroso!

È importante, infatti, per un traduttore tecnico, specializzarsi in un determinato settore. Ciò non significa che gli altri campi non vanno presi neanche in considerazione, ma non si può pretendere di essere in grado di tradurre alla perfezione in tutti i settori. Parlo anche secondo la mia personale esperienza nel settore dei brevetti e dei contratti di vendita, di cui ho imparato terminologia e stile solo con la pratica, con le ricerche, e con l’aiuto delle liste di traduttori (i siti Proz, Langit ecc.) nel caso in cui le prime due non bastassero…

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