RIFLESSIONI SULL’INGLESE – Lo pseudo-inglese

by ROBERTO CASIRAGHI

Alcuni giorni fa una nostra lettrice ci ha chiesto un parere sull’utilizzo dell’espressione baby consumers che riteneva essere un’espressione trasferita di peso, come tante altre, dalla lingua inglese alla nostra lingua.

Purtroppo abbiamo dovuto sorprenderla, rivelandole che baby consumers non è affatto un’espressione della lingua inglese, come si può documentare istantaneamente inserendo in Google le parole baby consumers o baby consumer. I pochissimi risultati che escono si riferiscono a siti italiani e, comunque, non inglesi o americani!

Anche una più approfondita ricerca su siti di dizionari inglesi ci conferma che ad onta delle apparenze si tratta di un modo di dire del tutto estraneo alla cultura angloamericana. E la ragione per cui è estraneo è che per noi italiani baby consumers identifica una fascia di consumatori piccolissimi ma comunque in grado di effettuare delle scelte autonome (diciamo bambini dai 5 ai 12 anni).

>>> In altre parole noi utilizziamo, senza rendercene conto, la parola baby in senso del tutto metaforico applicandola a bambini grandi (appunto della fascia di età 5-12) mentre per un inglese o un americano un baby è un bambino piccolissimo, appena nato o che non cammina ancora. Ed è difficile immaginare che un bimbo di pochi mesi possa già essere un consumatore!

Se un inglese dovesse incontrare la locuzione baby consumer non potrebbe non rimanere come minimo puzzled (perplesso), perché gli sembrerebbe una contraddizione in termini. Ma allora, come fanno a nascere queste espressioni pseudo-inglesi?

Mano mano che il dominio dell’inglese si estende e le varie nazioni del mondo lo assorbono in piccole, medie o massicce dosi, è una regola generale che piano piano si faccia strada una variante nazionale dell’inglese che interessa sia il piano della pronuncia che quello del lessico e, addirittura, della sintassi.

L’Italia, al momento, si trova nella fase di assorbimento medio ma con una tendenza molto chiara all’incremento. Lo pseudo-inglese, ossia l’insieme degli apporti creativi che gli italiani faranno alla lingua di Shakespeare, è destinato a crescere parallelamente al sempre maggior peso dell’inglese nella nostra cultura e nelle nostre prassi quotidiane.

E i casi come baby consumer sono destinati a moltiplicarsi. Se vi capita di trovarne qualcuno, segnalateceli!

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