“Human relationships depend on communication. Bad writing is a barrier to
communication. When a large organisation such as the Government tries to
communicate with the man and the woman in the street the scope for
misunderstanding is enormous. Too often clarity and simplicity are
overwhelmed by pompous words, long sentences and endless paragraphs”.
TRADUZIONE: "Le
relazioni umane dipendono dalla comunicazione. Una cattiva scrittura è una
barriera per la comunicazione. Quando una grande organizzazione come il
Governo cerca di comunicare con l'uomo e la donna della strada la
possibilità di incomprensione è enorme. Troppo spesso chiarezza e semplicità
sono sopraffatte da parole pompose, frasi lunghe e paragrafi interminabili."
Con
queste parole l'ex Primo Ministro inglese Margaret Thatcher punta il dito
accusatore sulla comunicazione pubblica e istituzionale, denunciando
l'esasperazione ormai diffusa per il linguaggio dello Stato.
Basta con l'oscurità e l'ambiguità di sapienti costruzioni di parole che
dicono e non dicono. Il burocratese - o politichese - è come un virus: ha
contaminato la comunicazione pubblica e messo in crisi il rapporto fra le
istituzioni e i cittadini, alimentando in quest'ultimi un sentimento di
disaffezione verso lo Stato. Sì, perché alla fin fine, di uno Stato che non
si sa che cosa vuole, di uno Stato che non si sa che cosa dice, ci si
disinteressa.
Ma
qualcuno in Inghilterra ha trovato una cura, e questa cura si chiama
Plain English Campaign.
Diradare la nebbia delle oscurità linguistiche
“Plain English Campaign” è un gruppo di pressione indipendente che si batte
perché le informazioni pubbliche siano scritte in un inglese leggibile (vedi
il loro sito www.plainenglish.co.uk
).
“Plain English” sta infatti per “inglese chiaro e semplice”, comprensibile
ad una prima lettura, e si contrappone nettamente a “gobbledygook” [g'oblidig'uk],
cioè al “burocratese, politichese”, nella cui giungla di termini oscuri e di
espressioni contorte è così facile perdersi. In concreto, l'aspirazione di
questo gruppo è far sì che leggi e regolamenti, contratti, manifesti, bandi
di concorso e moduli, cioè tutti quei documenti che regolano e vincolano i
comportamenti della gente, siano scritti con il linguaggio della gente, il
“plain English” appunto.
L'attività più che ventennale di “Plain English Campaign” ha avuto
particolare successo nel settore commerciale, ottenendo che i termini dei
contratti siano scritti, per legge, in un linguaggio chiaro e intelligibile.
In caso contrario, se dovessero sorgere controversie tra le parti per l'uso
di termini ambigui suscettibili di diverse interpretazioni, i tribunali
saranno tenuti all'interpretazione più favorevole per il consumatore.
Il
progetto più ambizioso riguarda comunque il sistema legislativo e si pone
come una vera e propria svolta culturale. Poiché la maggior parte delle
complicate espressioni del burocratese deriva dalle fantasiose creazioni di
chi scrive le leggi, l'obiettivo è la loro riformulazione in “plain
English”.
La
crociata contro il burocratese in Inghilterra iniziò ufficialmente nel 1979,
quando Chrissie Mahler, fondatrice e direttrice di “Plain English Campaign”,
stracciò platealmente dei moduli governativi in Parliament Square a Londra.
Erano i moduli di richiesta di alloggio popolare che due anziane signore non
erano riuscite a compilare, non avendone compreso i termini, ed erano in
seguito morte per indigenza.
La
storia di Chrissie Mahler è un esempio di quanto lontano possano arrivare le
idee quando sono sostenute dalla tenacia e dalla fiducia nella loro forza
argomentativa. Cresciuta nella periferia di Liverpool, semi-analfabeta fino
alla prima adolescenza ma profondamente coinvolta dai bisogni della sua
comunità, fondò il primo giornale inglese scritto da gente locale, nel
linguaggio di tutti i giorni.
Per
la sua attenzione verso i problemi comunicativi che insorgono tra i
cittadini e lo Stato, divenne membro dell'Ente Nazionale per la tutela dei
Consumatori. La sua campagna per la diffusione di un inglese più chiaro e
leggibile fu insistente ed estremamente capillare tanto in Inghilterra
quanto negli Stati Uniti e in Sud Africa, portandole importanti
riconoscimenti accademici ed istituzionali.
“Plain English Campaign” ha pubblicato nel corso degli anni numerosi libri e
riviste e organizzato altrettanti corsi di formazione in “plain English”,
destinati a dipendenti di società commerciali, avvocati, dipendenti
pubblici. Ha istituito, inoltre, il “Crystal Mark”, una sorta di
certificazione di qualità, riconosciuta a livello internazionale, che
garantisce la leggibilità dei documenti. Contribuisce ad incentivare la
cultura della chiarezza, infine, il “Plain English Campaign Award”, un
premio annuale conferito ad istituzioni, enti o società che si sono
particolarmente distinte per aver adottato uno stile di scrittura più
semplice e diretto.
A scuola di chiarezza
Sembrerebbe un paradosso dover imparare a scrivere nel linguaggio di tutti i
giorni. In fondo, cosa ci vuole? Eppure non è così. Come recita bene un
detto che circola in ambienti giornalistici, "è facile scrivere difficile, è
difficile il contrario".
Alcuni ritengono che uno stile di scrittura complicato sia un segno di forza
intellettuale. In realtà, i comunicatori più abili ed efficaci sono
appassionati sostenitori della semplicità nella scrittura. Inoltre, dietro
ad una scrittura chiara c'è sempre un pensiero lucido.
Per
sostenere la diffusione di un linguaggio semplice e diretto, “Plain English
Campaign” ha messo a disposizione un'articolata serie di strumenti
linguistici, scaricabili dal sito internet
www.plainenglish.co.uk ,
frutto di un lavoro pluriennale di analisi e riscrittura di testi
burocratici. Ci sono dizionari specializzati che raccolgono e spiegano
termini ed espressioni caratteristiche degli ambienti legislativi e
giudiziari, del settore finanziario e di quello sanitario.
Ci
sono guide che forniscono indicazioni su come scrivere lettere e relazioni,
dare informazioni mediche, impostare graficamente i testi, creare siti web.
C'è, infine, una raccolta di espressioni pompose e altisonanti
caratteristiche del linguaggio burocratico e, per ognuna di esse, numerose
alternative in “plain English”.
Questi strumenti mostrano che scrivere in “plain English” è una questione
che investe tutte le fasi della creazione di un testo e va quindi ben oltre
le scelte lessicali. Non basta, cioè, sostituire acriticamente le
espressioni difficili con quelle più facili, ma occorre calibrare le proprie
scelte in funzione del contesto in cui avviene la comunicazione e dei suoi
destinatari.
Mettersi nei panni di chi legge è infatti la prima regola della
comunicazione.
Un risparmio di milioni di sterline
La
chiarezza linguistica nel rapporto tra i cittadini e lo Stato non è un lusso
da poco ma un traguardo importante del processo democratico.
La
sua applicazione all'intero sistema legislativo, inoltre, riducendo
drasticamente la possibilità di cattive interpretazioni della legge,
permette alle questioni legali di risolversi in tempi più brevi.
Ma
semplificare il linguaggio burocratico ha anche dei vantaggi economici. Un
documento scritto in “plain English” si legge meglio e in minor tempo
rispetto a un documento scritto nel tradizionale stile burocratico.
Combinando il totale del tempo potenzialmente risparmiato con il guadagno
medio di lettori medi, si stima che “plain English” abbia fatto risparmiare
al governo britannico circa 500 milioni di sterline negli ultimi 22 anni.
Non è cosa da poco.
PER SCRIVERE IN PLAIN ENGLISH DEVI
FARE COSì
- Mettere il lettore al primo posto. Non sopravvalutare
le sue conoscenze, i suoi interessi e la sua pazienza.
- Ordinare gerarchicamente le informazioni, procedendo dal generale al
particolare.
- Usare verbi anziché nomi. Per esempio, invece di scrivere
“by the introduction of” (mediante l'introduzione di), meglio scrivere “by
introducing” (introducendo); invece di scrivere “perform an assessment of”
(eseguire una valutazione di) meglio scrivere “assess” (valutare).
- Preferire i termini concreti a quelli astratti.
- Usare la forma verbale attiva anziché quella passiva. Per esempio, invece
di scrivere “new guidelines have been laid down by the President” (nuove
linee guida sono state stabilite dal Presidente), meglio scrivere “the
President has laid down new guidelines” (il Presidente ha stabilito nuove
linee guida).
- Essere sintetici. Il valore di un documento non dipende dal suo "peso".
Testi e frasi brevi hanno un impatto migliore. Una frase media, per essere
compresa senza difficoltà, non dovrebbe avere più di 20-25 parole.
UN ESEMPIO DI TRADUZIONE DA
BUROCRATESE A PLAIN ENGLISH
Prima (Burocratese)
“If there are any points on which you require explanation or further
particulars we shall be glad to furnish such additional details by
telephone”. [Se ci sono eventuali punti sui quali richiedete spiegazione o
ulteriori particolari saremo lieti di fornirvi tali dettagli aggiuntivi per
telefono]
Dopo (Plain English)
“If you have any questions, please ring!” [Se avete delle domande, per
favore telefonate!]