Inglese a suon di
musica!
LA MUSICA NON
è NECESSARIAMENTE UNA DISTRAZIONE, CON I TESTI DELLE CANZONI
POSSIAMO FARE MOLTO PER IL NOSTRO INGLESE
Articolo di Veronica Villa,
pubblicato su English4Life n. 6
♥ WITH
A VERY BIG THANK
YOU FROM
THE ENGLISH GRATIS TEAM!
Che si abbiano 15 o 30 anni, lo
sappiamo fin troppo bene, è difficile imparare l'inglese. Può capitare di
non averlo mai studiato davvero. Può capitare di avere insegnanti poco
preparati. Succede di detestare il solito libro di testo con i dialoghi
insulsi e la cassetta gracchiante inclusa. E succede di non apprezzare la
rassegna di elegantissimi ma incomprensibili film di James Ivory organizzata
dalla scuola. O di non capire una parola dell'audio originale americano dei
film in dvd. Così si finisce per essere perseguitati da interrogazioni
terribili, voti deprimenti, situazioni lavorative imbarazzanti o vacanze
impossibili. Insomma, è tutto così difficile.
Ma che fare?
Se si cede alla tentazione di
rinunciare, si finisce per adattarsi alla mediocrità e accontentarsi di
qualche frasetta italianizzata, salvo poi arrabattarsi tra costosissimi
corsi, fascicoli improbabili, e tentativi faticosi senza frutto. Sarebbe
indubbiamente meglio non permettere alla dura realtà di rovinare il proprio
interesse, magari anche la propria attitudine per l'inglese. Per darsi una
mano vale decisamente la pena di tentare con il fai da te, e la strada più
accessibile è certamente la musica.
Proviamo con una canzone!
Proviamo ad ascoltare una canzone
in inglese. Probabilmente capiremo qualche parola qua e là. Proviamo a
scrivere il testo mentre ascoltiamo. Sarà una operazione utilissima ma
difficile, e il risultato forse ci deprimerà un po'. Proviamo allora a
procurarci il testo della canzone, comprando un libro dell'Arcana editrice o
di Kaos Edizioni (tutte le librerie hanno un piccola sezione dedicata alla
musica dove trovare queste e altre case editrici), o leggendo nei libretti
dei nostri cd, o cercando gratuitamente sul sito
www.letssingit.com.
Leggiamo anche un solo testo e avremo a disposizione un bel numero di
espressioni originali inglesi, strutture tipiche, modi di dire, idiomi
assortiti. In più potremo ascoltare la pronuncia madrelingua quando vorremo
dalla radio, dai nostri cd o dagli mp3.
È però assolutamente necessario
applicarsi al testo e cercare di capirlo al meglio, armati di un buon
dizionario. Il vantaggio sarà quello di
migliorare il proprio vocabolario, la propria competenza linguistica, e
anche la pronuncia. Senza contare la possibilità di cantare in buon inglese
se siamo musicisti o appassionati, se siamo coinvolti in un karaoke o se
semplicemente ci piace sapere cosa stiamo ascoltando.
Un classico dei Police
Come esempio pratico, scegliamo un
vecchio pezzo dei Police, Every Breath You Take,
dall'ormai leggendario album Synchronicity.
Sting è un autore britannico piuttosto colto, questo ci garantisce, per
iniziare, una buona lingua affidabile. È bene infatti essere consapevoli
della provenienza dell'autore, questo ci aiuterà a capire se l'inglese che
ascoltiamo è britannico, americano o altro. Infine, dovremo imparare anche a
distinguere almeno sommariamente i diversi registri, in modo da sapere che
certe espressioni sono colloquiali o addirittura slang mentre altre sono più
formali. Every Breath you Take
è un pezzo non certo nuovissimo, ma relativamente semplice e insieme denso
di espressioni interessanti. Se abbiamo l'album originale a casa abbiamo
sicuramente il testo, altrimenti cerchiamolo su
www.letssing.it
e salviamolo, potremo così leggerlo sul monitor del
nostro pc o stamparlo. Ora analizziamolo insieme.
Analizziamo il testo
Già nelle prime righe si trovano
molte informazioni utili. L'aggettivo every
ci sarà familiare e non dovrebbe creare problemi, è semplicemente il nostro
“ogni”, che accompagnato a single
crea una espressione che potremo utilizzare frequentemente nel nostro
inglese. Vediamo poi che ci sono diversi sostantivi collegati a verbi:
breath-take,
move-make,
word-say,
game-play. Visto che si
tratta di parole piuttosto comuni, che probabilmente conosciamo già,
possiamo concentrarci a ricordare gli abbinamenti:
we take a breath,
we make a move,
we say a word,
we play a game. Questo
perché gli abbinamenti idiomatici (le cosiddette “collocazioni”) sono di
solito facili da capire, ma non altrettanto facili da ricordare e usare
attivamente. Se non sappiamo a priori che “fare un respiro” si dice
to take a breath, diremo
probabilmente, sbagliando, to make a breath,
perché cercheremo di tradurre dall'italiano. Parlando in questo modo verremo
probabilmente capiti, ma il nostro inglese suonerà “straniero” e poco
corretto. Quindi è molto importante conoscere un gran numero di collocazioni
perché queste ci aiutano ad esprimere un inglese corrente e spontaneo. E il
modo migliore per impararle è la pratica, all'interno di un contesto che ci
aiuti a ricordarle e ad usarle attivamente nel nostro inglese.
Queste strofe ci danno
l'opportunità di imparare anche un paio di parole un po' più difficili:
bond, che significa
“legame” (to break a bond=
rompere un legame) e step,
che significa “passo” (to take a step=
fare un passo). Impariamo anche che il that
relativo può essere omesso per ragioni stilistiche:
every move (that) you make.
Infine troviamo una forma verbale complessa, il temutissimo futuro
continuato (il future progressive
ovvero will/shall be ... -ing come nella frase
I'll be watching you), autentico spauracchio da
compito in classe. Se uso il futuro continuato voglio dire che ho deciso che
farò un’azione durante un periodo nel futuro. Sting, amante ossessivo, dice
“io sarò lì a guardarti per molto tempo”. Se avesse usato il futuro semplice
non avrebbe dato l'idea dell'osservazione pianificata e costante. Invece
usandolo dice: tu farai diverse cose, e io sarò sempre lì a guardarti. Per
tradurre usiamo questa parafrasi perché in italiano non abbiamo il tempo
verbale corrispondente al futuro continuato e “ti starò guardando” non suona
molto bene.
Ma andiamo avanti. Subito dopo
impariamo che il verbo belong
(appartenere) si accompagna tipicamente alla preposizione
to. Troviamo anche l'utile
verbo to ache (fare
male), usato in questo caso con heart
(cuore). La parola ache
[eik]
ci deve diventare familiare perché oltre ad essere decisamente essenziale
dal punto di vista pratico, si trova anche in diversi sostantivi composti
come headache (mal
di testa) o toothache (mal
di denti).
Altre collocazioni e nuove parole
da imparare: vow=
voto/promessa, to fake=
fingere, to stake a claim=
far valere una pretesa.
Procedendo ci viene chiarito l'uso
di una parola un po' difficile, since
(letteralmente “da quando”), che si usa con il present perfect (you
have gone) per indicare un momento nel passato
in cui è successo o iniziato qualcosa. Since
you've gone significa “da quando te ne sei
andata”. Altre collocazioni interessanti: at
night (di notte), to
look around (guardarsi intorno),
to long for (sentire la
mancanza/desiderare intensamente). E nuovi termini:
to replace (rimpiazzare),
to embrace
(abbracciare), trace
(traccia), cold
(freddo). Dall'ultima riga impariamo infine la fondamentale struttura
to keep doing= continuare a
fare, e ricordiamo che il verbo che segue keep
deve prendere -ing (I keep running=
io continuo a correre). E con questo abbiamo concluso una vera e propria
lezione di inglese, caratterizzata da una grande varietà, ma anche da una
assoluta incoerenza didattica. Abbiamo saltato di qua e di là tra forme
verbali, termini, strutture, proprio come succede praticando la lingua, ma
non abbiamo seguito alcun percorso costruttivo.
Ovviamente non si può pensare di
sostituire lo studio sistematico e organizzato della lingua inglese con lo
studio occasionale e disordinato dei testi delle canzoni, ma l'incontro
praticamente casuale con strutture, termini ed espressioni è certamente
utile per arricchire la propria esperienza linguistica, soprattutto
considerato che l'inglese è una lingua molto ricca di idiomi che necessita
di una grande esperienza sul campo. Proprio per questo non dobbiamo fermarci
alla superficie. Non fidiamoci di tutte le
espressioni che troviamo nelle canzoni, potrebbero essere state inventate
dall'autore per ragioni stilistiche, e noi potremmo risultare ridicoli
nell'usarle. Quindi attenzione, controlliamo bene ogni cosa con il
dizionario, e, nel dubbio, rivolgiamoci ad un madrelingua o ad un
insegnante.
Se non abbiamo a disposizione il
testo scritto chiediamo agli insegnanti di aiutarci a scriverlo a partire da
una registrazione, otterremo un ottimo esercizio di tradizionale
listening comprehension,
che ci aiuterà anche ad entrare più in sintonia con gli insegnanti. Ma non
temiamo la fatica e la soddisfazione di capire finalmente cosa ascoltiamo!