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Il colore dei soldi
Articolo di Massimiliano Fiumi, pubblicato su English4Life n. 4   
 
WITH A VERY BIG THANK YOU FROM THE ENGLISH GRATIS TEAM!


In questo articolo ci occupiamo di “vil denaro” e vi raccontiamo tutti i termini riguardanti banconote e monete che gli inglesi sembrano ben lungi dal voler abbandonare a vantaggio dell’euro!


Premessa

Da molti sono considerati come la sorgente di ogni male. Ma quello che è certo è che i soldi fanno girare il mondo. Dunque, non c’è da sorprendersi troppo se accanto alle nomenclature ufficiali siano entrati nella lingua inglese molti nomignoli, più o meno gergali, ad indicare quale importanza gli inglesi (ma non solo loro!) attribuiscano al denaro.

Spesso questo linguaggio, che chiameremo money slang, si sviluppa anche per delle precise logiche. Pensiamo, ad esempio, al campo della droga. Tra i pushers (spacciatori) ed il cliente si instaura un linguaggio, il più possibile criptico, che permette di scambiare informazioni “monetarie” senza che gli estranei a quella cerchia possano capire di cosa si stia parlando.

Altra considerazione da fare è che ci sono parole del money slang che, nate in Gran Bretagna, vengono poi esportate nel continente americano indicando la stessa quantità di denaro ma in dollari anziché sterline. Ma succede anche il contrario, e diversi termini originati negli Stati Uniti sono ora felicemente usati dai sudditi di Sua Maestà.

Le banconote (notes)

Passiamo ora in rassegna i termini principali riguardanti le banconote a partire da una sterlina per arrivare fino a quota 1000. 

QUID [kwid]: è l’espressione slang oggi più usata in terra inglese ed indica una sterlina (£1, one pound sterling o, più semplicemente, one pound). Viene sempre usata al singolare, per cui si dovrà dire “fifteen quid” e mai “quids”. L’origine? Beh, si pensa ad un paio di alternative possibili: che possa derivare dal latino “quid” (cosa?) o che vi sia un legame stretto con  la cicca del tabacco da masticare detta “quid” .

Fino a qualche decennio fa, un’altra delle espressioni più note per indicare la sterlina era nicker [nikë]. Il suo utilizzo oggi è decisamente in ribasso ma la sua origine è davvero curiosa. Si pensa, infatti, che fosse direttamente derivato da un malizioso indovinello in voga agli inizi del ‘900: “Why can’t a one-legged woman change a pound note? Because she’s only got half a (k)nicker!” (Sapete perché una donna con una gamba sola non può cambiare una banconota da una sterlina? Perché ha solo una mezza mutanda).

Il gioco di parole ruota intorno a knickers [nikëz], mutandina da donna, che si pronuncia quasi come nicker, sterlina.

Altre espressioni equivalenti a nicker, che sono però ormai in disuso, sono: marigold, note, bar e smacker

FIVER & TENNER[faivë, tenë]: indicano rispettivamente le banconote da 5 e da 10 sterline e sono espressioni usatissime, assolutamente da memorizzare.

DRINK [drink]: è una parola utilizzata soprattutto nei telefilm polizieschi. La frase tipica suona: “That’ll cost you a drink” ovvero “Ti costerà quanto una bevanda”. Il punto dolente è, tuttavia, capire il valore monetario esatto di questo drink. In realtà, da tempo l’espressione ha perso qualsiasi legame con il prezzo reale delle bevande ed oggi sta ad indicare un valore variabile tra le 10 e le 50 sterline.

SCORE
[sko·o]: indica 20 sterline (o anche 20 dollari). In origine, uno score era un’incisione o tacca praticata in un pezzo di legno denominato tally che fungeva da registro dei pagamenti. Ben presto la parola “score” finì per coincidere con la cifra 20 in quanto si aveva l’abitudine di contare oralmente fino a venti e poi di incidere una nuova tacca sul legno per documentare l’avvenuto conteggio.

PONY
[pëuni]: è forse tra le espressioni gergali più vecchie e indica 25 sterline. L’origine è, come spesso accade, sconosciuta, anche se sovente utilizzata nel gioco d’azzardo e delle corse.

Una delle ipotesi più probabili è che all’epoca in cui tale espressione fu coniata, la banconota da £5 fosse bianca ed il prezzo medio per l’acquisto di cavalli, ponies e del carro nuziale si aggirasse intorno alle 25 sterline. L’espressione usata all’epoca era: “I’ll pay for the pony in white” riferendosi sia al colore dei soldi che a quello del matrimonio. Da cui si può dedurre che cinque biglietti da £5 divennero un PONY, pressappoco il costo di un matrimonio.

Nel corso del 1900 un altro termine viene associato alla banconota da 25 pounds: macaroni, che gioca sulla rima con la parola pony.

NIFTY [nifti]: è un’espressione usata abbastanza raramente e, comunque, confinata al campo dell’edilizia, che indica 50 sterline. L’origine non è conosciuta anche se le ipotesi non mancano. Per esempio, si suppone che sia la rima di “fifty”. Oppure che sia una storpiatura ed abbreviazione della parola “magnificent”. La parola è comunque giunta in UK da oltre oceano. La banconota da 50 sterline è anche chiamata bullseye.

TON [tan]: indica 100 sterline. Nel corso della storia un ton indicava sia una misura di volume che un’unità di peso. Si presume, perciò, che tale parola possa aver avuto stretti legami, se non addirittura derivare, dalla capacità della botte che conteneva il vino, chiamata per l’appunto “Tun”. Ancor oggi, la capacità di una nave è misurata in unità di volume, non di peso, laddove un “ton” è considerato pari a 100 piedi cubici, da cui si pensa derivi il valore di 100 espresso dalla parola ton. Nell’inglese odierno si usano espressioni come “to do a ton” per indicare di aver raggiunto le 100 miglia orarie di velocità, oppure nel gioco del cricket un “ton” è il punteggio di 100. Allo stesso scopo si usa anche un’altra espressione: century (secolo, parola che si commenta da sola).

MONKEY [mañki]: di vecchia coniazione (si parla dei primi decenni del 1800), sta ad indicare 500 sterline. Una delle ipotesi più accreditate sulla sua origine è quella per cui il termine deriverebbe dall’epoca in cui i soldati inglese, di ritorno dall’India, utilizzavano il termine monkey per indicare le 500 rupie indiane, sulle quali vi era, per l’appunto, la raffigurazione di una scimmia. Parimenti, avrebbero riciclato questa espressione per riferirsi a £500.

GRAND [grænd]: con tutta probabilità, si tratta di una parola che ha origini nel continente americano ma che è sentita ormai come British a tutti gli effetti e che è usatissima. Negli Stati Uniti indica 1000 dollari, in Gran Bretagna si riferisce a 1000 sterline. Va ricordato, inoltre, che va sempre usata al singolare: 400 grand (non grands!)

Dagli anni ’80 in poi e soprattutto a Londra, per indicare 1000 sterline ha preso piede il simbolo K (abbreviazione di kilo) che si trova spessissimo negli annunci di lavoro.

Shillings, pennies, halfpennies e farthings

Ai giorni nostri, il money slang sembra essersi un po’ disinteressato delle monete metalliche, complice anche un loro potere d’acquisto ormai decisamente ridotto rispetto al passato. Tuttavia, prima di presentare le monete attualmente in circolazione, vogliamo fare un passo indietro per cogliere alcuni aspetti importanti che hanno segnato la storia recente dei coins inglesi.

Partiamo dal 1971, anno in cui in Inghilterra nell’ordinamento monetario entra in vigore il sistema decimale. La divisione della sterlina in 100p (pence o pennies, pronunciato in forma abbreviata pii oppure, in forma piena, pens/peniz)  rappresenta un grosso scossone rispetto al passato. Prima del 1971, infatti, la sterlina si suddivideva in 20 shillings (shiliñz, scellini) e lo scellino, a sua volta, era formato da 12 pennies. Se a ciò aggiungiamo che ogni penny era suddiviso a sua volta in due halfpennies o ha’pennies  (heipniz) oppure quattro farthings (faadhiñz) quarti di pennies, detti anche meno frequentemente fourthings) e che esistevano i  tuppence (tap'ns, due penny), i thruppence (tre penny), ci rendiamo immediatamente conto delle difficoltà che il passaggio al sistema decimale può aver procurato al popolo inglese. 

Un secondo punto da chiarire è il significato dei simboli monetari usati in Inghilterra: il simbolo £ indica la sterlina (pound sterling, paund sterliñ). L’origine di questa “elle” è legato alla parola latina “libra” che indicava appunto la sterlina. Lo scellino era rappresentato dal simbolo “s”, che tuttavia non è la sua abbreviazione, bensì deriva dalla parola latina “solidus”, (da cui deriva anche la parola italiana “soldo”). Il penny era invece indicato dal simbolo “d”, derivato dal latino “denarius”. Prima della decimalizzazione del ’71, i prezzi erano scritti in maniera alquanto particolare. Facciamo un esempio: per indicare la somma di 1 sterlina, 10 scellini e 2 pence, l’importo poteva essere scritto semplicemente 1/10/2 oppure £1/10/2d (per convenzione, in questa seconda forma non si indicava la s dello scellino).

Ma è utile sapere queste cose oggi? Sì, è utile perché tutti i testi anteriori al 1971 riportano importi espressi con il vecchio sistema monetario e dunque, per non avere un improvviso black-out linguistico, è opportuno conoscere anche queste convenzioni non più in uso. Poste queste premesse, andiamo pure a caccia delle parole che designano le monete metalliche.

Le monete metalliche (coins, koinz)

BOB [bob]: è sempre usato al singolare ed indica 1 scellino.

CROWN [kraun]: in origine e fino al 1971 ha rappresentato 5 scellini. Dopo lo spartiacque della decimalizzazione ha assunto il significato di 25p. A confondere ulteriormente le acque, con la parola crown si designa anche la speciale moneta celebrativa emessa dalla Bank of England in occasione del 90° compleanno della Queen Mom il cui valore è di £5.

HALFCROWN o HALF-A-CROWN: indica l’importo di due scellini e mezzo, ovvero 2 scellini e 6 pence. Un halfcrown è anche noto con il nome di “two and a kick” probabilmente per rimare con “two and a six (pence)”. Per finire, una curiosità. La Bank of England, col passare degli anni, ha adeguato il retro delle monete. Sì, perché anche la Regina invecchia! 

SITI INTERNET PER SAPERNE DI PIù

Per saperne di più su monete e banconote inglesi, sulla finanza e, più in generale, sul linguaggio dei soldi collegatevi ai siti Internet che vi presentiamo qui sotto:

http://home.clara.net/brianp/money.html  In questo sito, chi vuole completare le sue cognizioni su come si denominavano le monete inglesi fino al 1971 troverà tutto quello che serve con abbondanti esempi. Il sito è anche interessante per la sua polemica contro il sistema metrico decimale e perché offre una sintetica spiegazione delle differenze tra Stati Uniti ed Inghilterra nell’uso delle varie unità di misura.

www.bankofengland.co.uk  Il sito della principale istituzione bancaria inglese, contenente anche una pagina di curiosità e leggende sull’origine della banca e un’ampia presentazione del museo della Bank of England.

www.royalmint.com  Il sito della zecca inglese (mint significa zecca)

www.moneyworld.co.uk  Tutto su come impiegare i vostri soldi in UK.

www.ft.com  Il sito del quotidiano Financial Times

www.economist.com  Il sito del settimanale The Economist

www.bbc.co.uk/dna/h2g2/alabaster/A506350  A dispetto della lunghezza dell’indirizzo, è un bellissimo articolo sul vecchio sistema monetario inglese (pre 1971) che ce ne fa intuire la mirabile complessità.
Provate a calcolare con noi:
Add fourpence and tuppence ha’penny and sevenpence three farthings. How much change do you have from half-a-crown?
La risposta è uno scellino, tre penny e tre farthings!

www.usma.demon.co.uk/index.htm  Sito della UK Metric Association che sponsorizza l’uso del sistema metrico decimale.

www.coinlink.com  Uno dei principali siti di numismatica intesa come attività “business”.





 

 


 

 
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