James Joyce
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James Joyce (Dublino, 2 febbraio 1882 - Zurigo, 13 gennaio 1941) è stato un celebre scrittore irlandese. Sarebbe dovuto diventare sacerdote ed infatti, ancora molto giovane, studiò in diverse scuole di gesuiti; in seguito, tuttavia, frequentò l'Università di Dublino studiando filosofia e lingue. Attraversò condizioni di vita a volte disastrose, riuscendo tuttavia a creare opere letterarie che hanno influenzato la letteratura mondiale.
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Biografia
James Joyce nasce in un sobborgo di Dublino, Rathmines, il 2 febbraio 1882. Nel 1888, e sino al 1891, studia nel miglior collegio gesuita irlandese (Clongowes Wood). A causa delle precarie condizioni economiche della sua famiglia, condizionate in gran parte dal padre John Stanislaus, James è trasferito nel Belvedere College, sempre a Dublino, nel quale si distingue per la sua brillantezza. Il padre, grazie ai successi scolastici di James, è indotto ad affrontare sacrifici per permettergli di continuare gli studi all'Università di Dublino, dal 1899 sino alla laurea nel 1902.
Alla fine dello stesso anno va a Parigi, si iscrive alla Sorbona, ma, nella primavera del 1903, ritorna in patria per assistere la madre, che muore di cancro nell'agosto 1903. Il 1904 è probabilmente l'anno più importante nella vita di James Joyce: compone molte poesie, in seguito raccolte in Chamber music, e conosce la sua futura moglie Nora Barnacle, il 16 giugno - una data decisiva, nella vita di James, considerato che sarà il giorno celebrato nell'Ulisse - e pubblica, sotto lo pseudonimo di Stephen Daedalus,The sisters, il primo dei quindici racconti inclusi in Gente di Dublino.
In settembre si trasferisce con l'amico Oliver St John Gogarty nella torre Martello a Sandycove (citata in seguito nel primo capitolo dell'Ulisse) ma vi rimane solo una settimana. L'8 ottobre lascia l'Irlanda con Nora per Zurigo; da lì, passando per Pola, si trasferisce a Trieste, raggiunto dal fratello Stanislaus. Nella città, allora sotto l'impero austro-ungarico, lavora come insegnante d'inglese presso la Berlitz School, ma - e questa è una costante, nella vita dello scrittore - ha parecchi problemi economici, dovuti alla bassa paga ed all'allargamento della famiglia (alla fine del luglio 1905 nasce il primo figlio, George). Incominciano anche i problemi correlati alle sue opere: l'editore londinese, Grant Richards, per timore della censura, rifiuta di pubblicare Gente di Dublino qualora lo scrittore non operi tagli e modifiche alla raccolta di racconti. Joyce declina e si fa restituire il manoscritto. Dal luglio 1906 al febbraio dell'anno successivo, soggiorna a Roma, dove lavora come corrispondente estero di una banca. Pare che, in questo periodo, progetti - senza scriverlo - un racconto che sarebbe dovuto essere aggiunto a Gente di Dublino riguardante un irlandese di religione ebraica (ovvero Mr Hunter) tradito dalla moglie; quest'idea sarà un'anticipazione della sua opera più famosa. Tornato a Trieste, conosce Italo Svevo, il quale si era rivolto a Joyce per avere lezioni d'inglese; collabora al Piccolo della sera. Nel maggio 1907 la raccolta di versi Chamber music è pubblicata a Londra. In questo periodo lavora anche a Stephen hero, nucleo originario (pubblicato postumo) da cui Joyce taglia alcune parti e pubblica come Ritratto dell'artista da giovane. Nell'estate dello stesso anno nasce sua figlia, Lucia.
Joyce torna a Zurigo nel 1915 a causa della prima guerra mondiale. Dopo un breve soggiorno a Trieste nel 1919, trasloca nuovamente a Parigi l'anno seguente. Qui rimane vent'anni frequentando Louis Aragon, Paul Eluard, Thomas Stearns Eliot, Ernest Hemingway, Samuel Beckett. Ebbe gravi disturbi alla vista, gravi preoccupazioni familiari, di natura anche economica, specie per la salute della figlia Lucia. È per curare la figlia che nel 1934 ha un incontro con C.G. Jung, grazie al quale approfondisce le conoscenze sulla psicologia del profondo. Successivamente, ha anche modo di approfondire sia medicina che le scienze naturali; fra i suoi interessi più urgenti vi è tuttavia la letteratura, specialmente quella del simbolismo e del realismo. Il 1922 è l'anno della pubblicazione del romanzo forse più famose di Joyce, l'Ulisse, cui aveva lavorato fino al dicembre dell'anno prima. Nel 1939 viene pubblicato Finnegans wake, il romanzo che Stanislaus Joyce definì "l'ultimo delirio della letteratura prima della sua estinzione".
Per timore dell'imminente conflitto, nel 1940 Joyce fa ritorno a Zurigo, dove muore quasi cieco il 13 gennaio 1941.
L'opera
Joyce è erede di scrittori come Flaubert, per il tema dell'inetto, che lo avvicina a Svevo, di James e Conrad per l'analisi psicologica , ma anche d'Annunzio esercita su di lui una certa influenza per il continuo mescolarsi di lingua poetica a narrazione, oltre ad essere debitore verso Dorothy Richardson, ma ancor di più verso Eduard Dujardin e al suo Le lauriers sont coupés per l'uso di tecniche innovative quali il "monologo interiore" e lo "stream of consciousness" (flusso di coscienza).
Ne deriva una profonda sperimentazione e ricerca conoscitiva, cercando più stretti nessi tra lingua, coscienza e inconscio. In Gente di Dublino è presente una struttura realistica, continuamente messa in crisi dall'uso di simboli ed archetipi ricorrenti e soprattutto dalla tecnica dell'epifania, cioè dell'improvvisa folgorazione in cui l'essere capta le zone del profondo sia dentro la coscienza, sia nella realtà oggettiva, toccando l'essenza della verità.
La sua opera più nota - l'Ulisse (Ulysses) - porta al culmine tale poetica, provocando una rivoluzione espressiva: ogni distinzione tra interno ed esterno è abolita, la narrazione tende a fondere il dato percepito e la sua elaborazione mentale. Narratore e lettore si insediano nella coscienza dei personaggi, osservandone il fluire tra pensiero, sentimenti ed eventi. Ne consegue la dissoluzione dell'impianto narrativo tradizionale, per l'estrema difficoltà a ricostruire una unità psicologica sintetica dei personaggi e per l'assoluta mancanza di quella "economia narrativa" che aveva caratterizzato il romanzo fino all'inizio del secolo XX.
La scrittura narrativa è una registrazione del caos di voci, gesti, oggetti, sensazioni, eventi, che animano continuamente la dimensione quotidiana di chiunque e la sua stessa percezione, in cui si intrecciano momenti consapevoli ad altri inconsci.
A tratti, la narrazione procede per nessi analogici, mimando lo svolgersi del pensiero inconscio. Con l'Ulisse, Joyce ha scritto una sorta di anti-romanzo, che rimane l'archetipo di ogni tipo di sperimentazione nella scrittura, e come tale ha avuto anche il suo influsso in Italia, soprattutto negli anni Sessanta, al tempo della neoavanguardia.
Un altro suo lavoro, Finnegans Wake, è ritenuto una delle opere letterarie più complesse del XX secolo.
Opere
- Chamber Music, 1907
- Gente di Dublino, 1914
- Ritratto dell'artista da giovane, New York 1916, Londra 1917
- Esuli, Londra 1918
- Ulisse, Parigi 1922, Amburgo 1932, New York 1934, Londra 1936
- Pomes Penyeach, Parigi 1927
- Finnegans Wake, Londra, New York 1939
- Stephen Hero, 1944
Collegamenti esterni
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- (IT) sito non ufficiale
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Voci correlate