Thomas Stearns Eliot
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Thomas Stearns Eliot (26 settembre 1888–4 gennaio 1965) fu uno dei maggiori rappresentanti della poesia moderna anglosassone, oltre che un drammaturgo e un critico letterario. Tra le sue opere poetiche più importanti figurano Il canto d'amore di J. Alfred Prufrock, e La terra desolata. La prima fu composta fra il 1910 e il 1911, ma fu pubblicata solo nel 1917 grazie all'interessamento di Ezra Pound; la seconda fu pubblicata nel 1922 dopo una lunga serie di revisioni e adattamenti, in cui ebbe parte importante lo stesso Pound. La terra desolata esce nello stesso anno dell'Ulisse di Joyce, e può esserne considerata per numerosi aspetti il corrispondente in poesia.
L’opera di Eliot appartiene al contesto del cosiddetto modernismo, movimento novecentesco (più esattamente sviluppatosi fra il 1912 e la Seconda Guerra Mondiale) che comprese e rivoluzionò tutte le arti. I modernisti (tra i più noti, James Joyce, lo stesso Eliot ed Ezra Pound) denunciarono:
- la crisi della cultura occidentale
- l’alienazione e il senso di solitudine dell’artista in un mondo scientifico
- il rifiuto del passato e la rottura con la tradizione
Il nome modernismo è legato ovviamente alla novità delle tecniche letterarie degli scrittori che ne facevano parte; tutti gli autori modernisti sono accomunati dal rifiuto della tradizione letteraria vittoriana (derivazione indebolita della letteratura romantica) e dal recupero della poesia del Seicento inglese (John Donne e i poeti metafisici). Al centro della pratica letteraria modernista c'è il particolare uso dell’immagine (derivato in parte dal precedente movimento letterario, durato pochi anni, dell'imagismo, di cui aveva fatto parte Ezra Pound assieme al poeta inglese T.E. Hulme); per i modernisti l'immagine viene intesa non più come simbolo nel senso medioevale, romantico o simbolista, ma come correlativo oggettivo, corrispondenza oggettiva, perciò non personale, del sentire. Teorizzato da T.S. Eliot, questa tecnica diviene l’unico modo di esprimere emozioni: “una serie di oggetti, una situazione, una catena di eventi che saranno la formula di quella emozione particolare; tali che quando i fatti esterni, che devono terminare in esperienza sensibile, siano dati, venga immediatamente evocata l’emozione”. Una sorta di parallelismo può essere istituita, nella letteratura italiana, con la cosiddetta linea della “poetica dell’oggetto”, che fa capo a Pascoli, Gozzano, Sbarbaro e Montale. La poesia modernista è una poesia di immagini, temi, frammenti, segni evidenti della crisi cosmica del poeta moderno: il linguaggio discorsivo è soppresso.
Indice[nascondi] |
Vita
T.S. Eliot, nato a St. Louis, Missouri, nel 1888 da una famiglia borghese, studiò a Harvard, alla Sorbona (dove frequentò le lezioni di Henri Bergson) e ad Oxford. Nel 1914 si trasferì in Inghilterra, dove, pur mantenendosi con un lavoro da impiegato di banca, cominciò a pubblicare le prime poesie. L’anno successivo si sposò con Vivienne Haigh-Wood. Dopo essere diventato direttore della casa editrice Faber and Faber passò un periodo in una casa di cura in Svizzera per una cura psicologica e qui terminò la sua opera The Waste Land. La poesia era rimasta la sua unica opportunità di fuga dalla vita familiare. Nel 1927 divenne un cittadino inglese e si definì un “classicista in letteratura, monarchico in politica, Anglo-cattolico in religione”. Dopo una travagliata riflessione, Eliot decise di mettere la moglie in una casa di ricovero, dove morì nel 1947; alla sua morte Eliot fu pervaso da sensi di colpa. Successivamente la sua poesia si rivolse a problemi di ordine filosofico e sociale, fino a portarli a temi sociali nel teatro. Nel 1948 ricevette il Premio Nobel per la Letteratura. Eliot morì nel 1965
Opere
Possono essere divise in due fasi: prima: più pessimista, fino al 1927 circa:
- Prufrock and other observations (1917),
- The Waste Land - La terra desolata (1922)
- The Hollow Men (1925)
Seconda: dai toni di speranza e marcatamente religiosa:
- The Journey of the Magi (1927)
- Ash Wednesday - Mercoledì delle ceneri (1929)
- Four Quartets - Quattro quartetti (1936-42)
- Murder in the Cathedral - Assassinio nella cattedrale (1935)
Caratteristiche della poesia eliotiana
Sin dalle prime poesie, Eliot accosta una critica alla vacuità e alla frivolezza della società di Boston e di Londra a visioni di lirica bellezza: il bello è abbinato allo squallido. Il disinganno politico di cui è infusa la sua poesia è da relazionarsi con lo stato di shock in cui si trovava quella generazione che aveva sprecato la propria giovinezza nella Prima Guerra Mondiale. I contrasti tra le leggende e i miti classici, i rituali, le bellezze antiche e lo squallore delle osterie è proposto senza alcun commento, ma con versi taglienti e duri, attraverso un’alternanza di termini aulici e colloquiali. La sua poesia propone una partecipazione dinamica e attiva, in quanto l’utilizzo dell’apparato mitologico, le citazioni da testi classici, l’uso di svariate lingue si appellano al lettore, il quale è chiamato a completare l’opera con la propria esperienza; un meccanismo, questo, che si trova anche nelle contemporanee opere di James Joyce. Eliot usa un metalinguaggio, cercando di proporre nuovi valori in un mondo in cui di fatto i criteri di credenza universalmente accettati si sono dissolti. La poesia di Eliot è modernista: non presenta, cioè, un’ordinata sequenza di pensieri o uno sviluppo logico, quanto piuttosto una serie di “fotogrammi”, di frammenti non collegati l’un l’altro da connessioni logiche. Il clima culturale in cui si inserisce l’opera eliotiana è di profonda crisi esistenziale: sono ad essa contemporanee varie espressioni della condizione dell’uomo: Espressionismo, Cubismo, Surrealismo, Dadaismo, Astrattismo, Futurismo, Esistenzialismo, Relativismo in campo scientifico, sviluppo della Psicoanalisi, la scoperta della divisibilità dell’atomo. In poche parole,
Where is the wisdom that we have Lost in knowledge? Where is the knowledge we have Lost in information?
Il risultato è una sensazione di isolamento che sfocia nella definizione di W.H. Auden “The Age of Anxiety”.
Eliot saggista
In After Strange Gods e Notes Towards the Definition of Culture Eliot difende una tradizione che è necessario restaurare se non, addirittura, reinventare. Egli critica severamente la sua società, che continua ad inebriarsi di parole che illudono l’uomo e lo trascinano sempre più lontano da una perfetta organizzazione del mondo. Quest’ultima è vista da Eliot come definita attraverso una rigida organizzazione gerarchica delle classi guidate da un’élite teologica, una comunità di Cristiani che crei un sistema educativo comune capace di guidare l’intera umanità verso il perseguimento di valori veramente universali. In questo senso egli rifiuta le visioni liberali e democratiche: quelle liberali perché hanno portato ad una società in cui l’uso delle risorse naturali e umane si è trasformato in loro sfruttamento per il vantaggio egoistico di pochi; quelle democratiche perché “una marmaglia non cesserà di essere marmaglia perché è ben nutrita, ben vestita, ben alloggiata e ben disciplinata”.
In “Tradition and the Individual Talent” Eliot esprime due importanti concetti per la sua Critica letteraria. 1. Il poeta non ha una personalità da esprimere: la poesia è solo un mezzo, per cui le liriche romantiche sono rifiutate e abbandonate 2. Le rivoluzioni si compiono con l’apporto di molteplici modificazioni minime alle opere del passato: “nessun poeta, nessun artista di nessuna arte contiene un completo significato da solo. Il suo senso, la sua comprensione è la comprensione del suo rapporto con i poeti ed artisti morti”, poiché il poeta deve collocarsi all’interno del proprio tempo storico con la consapevolezza che il suo passato, “tutta la letteratura d’Europa sin da Omero”, è altrettanto presente quanto ciò che sta avvenendo nello stesso ambito culturale nel tempo che gli è contemporaneo.