Prometeo liberato (Shelley)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il Prometeo liberato (Prometheus Unbound) è
un'opera di
Percy Bysshe Shelley, pubblicata nel
1820.
Shelley segue in parte la tradizione classica, facendo impersonare da
Giove il principio del male e da
Prometeo il rigeneratore dell'umanità.
Il dramma inizialmente contava tre atti. Alcuni mesi dopo il termine
dell'opera, Shelley aggiunse il quarto, l'inno di gioia per la vittoria
di Prometeo.
Trama
Per punire la temerarietà del
titano, Giove lo fa incatenare ad una roccia del
Caucaso,
dove un
avvoltoio gli divora il
fegato,
che continuamente si rinnova. Prometeo sopporta stoicamente i tormenti
che Giove gli infligge, aspettando l'ora in cui, secondo una profezia,
il re degli dei sarà detronizzato e lo spirito del bene trionferà.
Il compiersi del fato potrebbe essere evitato, se Prometeo rivelasse il
segreto di cui è custode. Giove è a conoscenza di questo segreto, ma non
riesce a farselo rivelare, neanche con la promessa della liberazione
dalla tortura.
L'ora fatale arriva: Giove viene detronizzato da Demogorgon, mentre
Ercole
(la forza) libera Prometeo (l'Umanità) dalle torture generate dal Male.
Asia (la
Natura), una delle
oceanidi, riacquista tutta la sua bellezze e può riunirsi al suo
sposo, Prometeo.
Inizia così un regno di Amore e di Bene.
L'opera
L'esigenza filosofica forma il substrato che sostiene il suo lirismo
e la sua ispirazione, ma, che nel contempo, non di rado lo inceppa.
Al centro delle idee di Shelley troviamo la convinzione che il male non
è legato alla natura umana, ma accidentale e quindi, eliminabile.
Nelle sue opere ritorna sempre un principio: l'uomo deve sempre tendere
a perfezionarsi con l'intento di eliminare il male da se.
Il Prometeo liberato è la trasposizione filosofica di una vicenda
lirica che chiede un risonanza più profonda all'antichità del mito da
cui è tratta.
- Esso è senza dubbio la più grande e la più prodiga esibizione del potere di Shelley, lo stupendo mondo lirico, dove chiarità immortali possano sospirando accanto ai profumi dei fiori, popolano gli aliti delle brezze, s'accalcano e sfavillano nelle foglie che brillano sui rami; dove l'erba stessa è tutta frusciante di amabili creature spirituali e una plorante nebbia di musica riempie l'aria. Thompson
- Il suo obiettivo fondamentale, che senza dubbio non è più semi-cosciente, sta in un'impalpabile tunica sonora che diviene come il rivestimento dell'espressione, e la sua musica è ben dello stesso ordine di quei grandi fenomeni naturali che egli ha tanto amato: il vento, l'incantatore che spazza davanti a lui le foglie morte. Du Bos